ࡱ>  Xbjbj4}}y* """"""8#'">+LR+h+h+h+?BCplu"D<?DDh+h+] O O OD h+"h+ OD O OBJ "h+`"Ljf0.%L&%&%"$DD ODDDDD ODDDDDDD%DDDDDDDDD :   HYPERLINK "http://www.ersupalermo.it/"  ENTE REGIONALE DIRITTO ALLO STUDIO UNIVERSITARIO DI ENNA PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E PER LA TRASPARENZA 2024 - 2026 Adottato con delibera del Consiglio di Amministrazione dellEnte n.5 del 20.3.2024 SOMMARIO: Premessa 4 SEZIONE I - ANTICORRUZIONE ART. 1 - QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO.....5 1.1 - Orientamenti internazionali 1.2 - Norme Nazionali 1.3 - Normativa della Regione siciliana ART. 2 - CONTESTO ESTERNO ..7 ART. 3 - CONTESTO INTERNO ...8 3.1 - Gli Organi Istituzionali 3.2 - La Struttura Amministrativa ART. 4 - OGGETTO E FINALITA ..12 ART. 5 - SOGGETTI COINVOLTI NELLA GESTIONE DEL RISCHIO .......12 ART. 6 - ATTIVITA PARTICOLARMENTE ESPOSTE AL RICHIO CORRUZIONE ....16 ART. 7 - MAPPATURA DEI PROCESSI ......17 ART. 8 - FORMAZIONE, CONTROLLO E PREVENZIONE DEL RISCHIO ......19 ART. 9 - ROTAZIONE DEGLI INCARICHI....20 ART. 10 - MISURE DI PREVENZIONE E INTEGRIT NELLATTIVITA AMMINISTRATIVA .......20 ART. 11 - COMPITI DEI DIRIGENTI DI STRUTTURA / UNITA OPERATIVA .......21 ART. 12 - BUONE PRASSI DEI DIPENDENTI IN SERVIZIO PRESSO LENTE ...21 ART. 13 - TUTELA DEL DIPENDENTE PUBBLICO CHE SEGNALA ILLECITI .......23 ART. 14 - MISURE ANTICORRUZIONE PIANIFICATE PER LANNO 2024 ...24 14. 1 - Codice di comportamento 14. 2 - Rotazione del personale 14. 3 - Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi 14. 4 - Autorizzazione allo svolgimento di incarichi esterni ai dipendenti 14. 5 - Inconferibilit e incompatibilit incarichi dirigenziali 14. 6 - Attivit successive alla cessazione dal servizio (Pantouflage - Revolving Doors) 14. 7 - Formazione di Commissioni, assegnazione agli Uffici, conferimento di incarichi in caso di condanna per delitti contro la P.A. 14. 8 - Tutela del dipendente che effettua segnalazione di illecito Whistleblower 14. 9 - Formazione del personale 14. 10 - Monitoraggio dei rapporti amministrazione / soggetti esterni ART. 15 MISURE ULTERIORI....33 15.1 - Patti di integrit negli affidamenti 15.2 - Procedura per la raccolta di segnalazioni da parte della societ civile ART. 16 - RECEPIMENTO DINAMICO MODIFICHE DI LEGGE ....35  TOC \o "1-3" \h \z \u   SEZIONE II - TRASPARENZA PREMESSA ....36 ART. 17 - OGGETTO E FINALITA ..37 ART. 18 - RESPONSABILE DELLA TRASPARENZA .....37 ART. 19 - OBBLIGHI DI TRASPARENZA ......37 19.1 - Accesso civico e accesso documentale 19.2 - Giornata della Trasparenza 19.3 - Tutela della Privacy ART. 20 - I COLLEGAMENTI CON IL PIANO DELLA PERFORMANCE ...41 ART. 21 - RESPONSABILITA DIRIGENZIALI ......42 ART. 22 - SANZIONI .......42 ART. 23 - DATI ULTERIORI .....42 ALLEGATO A - MAPPATURA DEI PROCESSI ALLEGATO B - CODICE DI COMPORTAMENTO PREMESSA La sempre maggiore attenzione alla prevenzione dei fenomeni corruttivi nellamministrazione della res publica ha portato allapprovazione della Legge 6 novembre 2012 n. 190 Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dellillegalit nella pubblica amministrazione, che ha disciplinato in modo organico un piano di azione, coordinata su tutto il territorio nazionale, volto al controllo, prevenzione e contrasto della corruzione e dellillegalit. La Commissione per lo studio e lelaborazione di proposte in tema di trasparenza e prevenzione della corruzione nella pubblica amministrazione, istituita il 23 dicembre 2011 dal Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione col doppio mandato di formulare emendamenti al disegno di legge in materia di corruzione e predisporre un Rapporto in materia diretto ad identificare politiche, modalit e misure di prevenzione della corruzione del settore pubblico, nella propria analisi ha condotto le motivazioni che possono indurre alla corruzione ai seguenti due ordini di ragioni: ragioni economiche, derivanti dal bilanciamento tra lutilit che si ritiene di poter ottenere, la probabilit che il proprio comportamento sia scoperto e la severit delle sanzioni previste; ragioni socio-culturali: la corruzione tanto meno diffusa quanto maggiore la forza delle convinzioni personali e di cerchie sociali che riconoscono come un valore il rispetto della legge: dove pi elevato il senso civico e il senso dello Stato dei funzionari pubblici, i fenomeni corruttivi non trovano terreno fertile per annidarsi. La corruzione, e pi in generale il malfunzionamento dellamministrazione a causa delluso a fini privati delle funzioni attribuite (maladimistration), ha un costo per la collettivit, non solo diretto (come, ad esempio, nel caso di pagamenti illeciti), ma anche indiretto, connesso ai ritardi nella conclusione dei procedimenti amministrativi, al cattivo funzionamento degli apparati pubblici, alla sfiducia del cittadino nei confronti delle istituzioni, arrivando a minare i valori fondamentali sanciti dalla Costituzione: uguaglianza, trasparenza dei processi decisionali, pari opportunit dei cittadini. Diventa pertanto imprescindibile attuare una forma efficace di prevenzione e contrasto della corruzione, azione cui la Legge intende attendere prevedendo che tutte le Amministrazioni pubbliche definiscano e trasmettano alle Autorit competenti un proprio piano di prevenzione della corruzione, che fornisca una valutazione del diverso livello di esposizione degli uffici al rischio di corruzione e indichi gli interventi organizzativi volti a prevenirne il rischio, e predisponga procedure dirette a selezionare e formare i dipendenti chiamati ad operare nei settori particolarmente esposti alla corruzione. Il presente Piano di prevenzione della corruzione dellERSU di Enna viene adottato tenuto conto della legge n.190 del 6 novembre 2012, della circolare n. 1 della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 25 gennaio 2013, del Regolamento recante il codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell'articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, approvato dal Consiglio dei Ministri n. 72 dell8 marzo 2013, del d.lgs n. 33 del 14 marzo 2013 e del d.lgs. n. 97 del 25 maggio 2016. SEZIONE I - ANTICORRUZIONE ART. 1 - Quadro normativo di riferimento Orientamenti internazionali I contenuti del presente Piano sono strettamente ancorati ad adempimenti internazionali, come: la Convenzione ONU di Merida del 31 ottobre 2003, ratificata con la Legge 3 agosto 2009 n. 116; la Convenzione Penale sulla corruzione di Strasburgo del Consiglio dEuropa del 27 gennaio 1999, ratificata dallItalia con la Legge 28 giugno 2012 n. 110; il Rapporto redatto dal GR.E.C.O., Group of States al Consiglio di Europa, che ha adottato la raccomandazione con la quale lOrgano ha invitato gli Stati membri ad adottare un regime sanzionatorio di misure efficaci, proporzionate e dissuasive contro la corruzione. Inoltre, per citare le iniziative pi recenti, il Global Compact che opera nel quadro dellAgenda delle NU 2030 per lo sviluppo sostenibile incoraggia le aziende che operano in campo sia pubblicistico che privatistico ad adottare politiche di impresa socialmente responsabili, in adempimento dellObiettivo 16 dellAgenda stessa indirizzato alla promozione di una societ giusta, pacifica e inclusiva. Il Global Compact ha anche emanato il Business for the Rule of Law Framework (2015) che impegna il mondo imprenditoriale socialmente responsabile a iniziative di rilievo per il rafforzamento della trasparenza e dello stato di diritto, con diretta attenzione ai diritti umani e agli investimenti sociali. Nella stessa direzione si situa il Report Ruggie intitolato al Protect, Respect and Remedy Framework (2008), seguito dal Guiding Principles on Business and Human Rights (2011): la comunit internazionale segnala la diretta responsabilit dellattivit di impresa nel rispetto di standard minimi di tutela dei diritti delluomo gravemente pregiudicati anche da pratiche di corruzione. Lenfasi posta sul diritto di ciascuna persona a vivere in un ambiente legale ed integro e sul volano che questultimo rappresenta per la crescita economica del paese. Nellambito del G20 lAnti Corruption Working Group (di seguito ACWG) lavora con lOCSE e la Banca Mondiale per fornire indirizzi di policy nella definizione e attuazione delle misure contro la corruzione: gli High Level Principles sulla governante dellanticorruzione mondiale vengono adottati dai Leader nel corso dei summit che, di volta in volta, concludono lesercizio multilaterale annuale. Il G20, in collaborazione con OCSE, con il Gruppo dAzione Finanziaria Internazionale (di seguito GAFI), UNODC e World Bank, adotta anche un Piano dAzione biennale che individua, con la tecnica del risk management, le aree pi esposte e prioritarie per la lotta alla corruzione. Le stesse sono censite come segue: owner ship transparency; bribery; private sector transparency and integrity; International cooperation; public sector transparency and integrity, extractives, fisheries, forestry, customse, da ultimo, sport, (PEP) e dettano standard stringenti in materia di trasparenza delle societ e dei trust, al fine di identificare i titolari effettivi e contrastare lutilizzo illecito dei veicoli societari. Dai tavoli di cooperazione multilaterale instaurati presso lOCSE e dalle raccomandazioni e linee guida di orientamento generale in essi prodotti giungono allItalia importanti sollecitazioni. LOCSE ha infatti da anni attivato gruppi di lavoro e comitati sui temi, tra gli altri, dellintegrit, della trasparenza, dellanticorruzione e degli appalti pubblici, nellambito dei quali periodicamente vengono elaborati con il contributo di tutti i Paesi aderenti e dei delegati partecipanti, documenti che cristallizzano esperienze di successo e forniscono indicazioni metodologiche e pratiche per favorire la convergenza su standard e best practices internazionalmente riconosciuti. Anche la Recommendation on Public Procurement del 2015, sebbene focalizzata sullambito specifico degli appalti pubblici, delinea un pi generale approccio in cui viene raccomandato lutilizzo dellanalisi dei rischi per orientare le misure di prevenzione della corruzione e di promozione dellintegrit per settori e ambiti specifici dei diversi livelli di governo e amministrazione territoriale. 1.2 Norme Nazionali Il nuovo corso avviato dalla legge delega n. 190/2012 volto ad uniformare lordinamento giuridico italiano agli strumenti sovranazionali di contrasto alla corruzione, gi ratificati dallItalia. Gli effetti della legge si sono dispiegati attraverso una serie di interventi, di varia natura. Tra i primi provvedimenti emanati, possono richiamarsi: i decreti legislativi 14 marzo 2013, n. 335 e 8 aprile 2013, n. 39; il decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 62; la Conferenza unificata, intesa Governo, Regioni ed Enti locali per lattuazione art.1, commi 60 e 61,legge 6 novembre 2012, n. 190, del 24 luglio 2013; - la circolare Presidenza Consiglio dei Ministri - Dipartimento funzione pubblica, 25 gennaio 2013, n. 1; - la circolare Presidenza Consiglio dei Ministri - Dipartimento funzione pubblica, 19 luglio 2013, n. 2; Dopo i primi anni di attuazione, si quindi aperta una fase di costante revisione e miglioramento, che ha dato luogo ad ulteriori interventi legislativi e relativi provvedimenti attuativi: - il decreto-legge 24 aprile 2014, n. 6610 recante, tra l'altro, misure volte a garantire la razionalizzazione, l'efficienza, l'economicit e la trasparenza dell'organizzazione degli apparati politico istituzionali e delle autonomie locali; il decreto-legge 24 giugno 2014, n. 9011 contenente misure urgenti per l'efficienza, la semplificazione e la trasparenza della Pubblica Amministrazione; la legge 27 maggio 2015, n. 6912; la legge 7 agosto 2015, n. 124 13 (cd. legge Madia); il decreto legislativo 25 maggio 2016, n. 97; il decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175, "Testo unico in materia di societ a partecipazione pubblica" (Tusp), come modificato dal decreto legislativo 16 giugno 2017, n. 100; - il decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, Codice dei contratti pubblici, come modificato dal decreto legislativo 19 aprile 2017, n. 56, Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50; in tale ambito, l'ANAC, intervenuta con apposite Linee guida, in costante aggiornamento. In merito all'applicazione della normativa sulla trasparenza, l' ANAC ha adottato le seguenti deliberazioni: - n. 1309 del 28 dicembre 2016, Linee guida recanti indicazioni operative ai fini della definizione delle esclusioni e dei limiti all'accesso civico di cui allart. 5 co. 2 del d.lgs. 33/2013 ...; - n. 1310 del 28 dicembre 2016, "Prime linee guida recanti indicazioni sull'attuazione degli obblighi di pubblicit, trasparenza e diffusione di informazioni contenute nel d.lgs. 33/2013 come modificato dal d.lgs. 97/2016"; - n. 241 del 8 marzo 2017, Linee guida recanti indicazioni sull'attuazione dell'art. 14 del d.lgs. 33/2013 Obblighi di pubblicazione concernenti i titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o di governo e i titolari di incarichi dirigenziali come modificato dall'art. 13 del d.lgs. 97/2016; - n. 382 del 12 aprile 2017 Sospensione dell'efficacia della delibera n. 241/2017 limitatamente alle indicazioni relative all'applicazione dell'art. 14 co. 1 lett. c) ed f) del d.lgs. 33/2013 per tutti i dirigenti pubblici, compresi quelli del SSN; Per le refluenze sulla trasparenza e le altre azioni di prevenzione e contrasto della corruzione, occorre infine ricordare: - la legge 4 agosto 2017, n. 124 "Legge annuale per il mercato e la concorrenza" , che all'art. 1, co. 125, 126 e 127 impone a una serie di soggetti privati la pubblicazione, a decorrere dal 2018, di alcuni dati relativi a sovvenzioni e incarichi ricevuti dalle pubbliche amministrazioni e dai soggetti di cui all'art. 2 bis del d.lgs. 33/2013. La stessa legge, all'art. 1, co. 128, emenda l'art. 26 co. 2 del d.lgs. 33/2013 disponendo obblighi di pubblicazione dei dati consolidati di gruppo; - Il Regolamento UE 2016/679 del 27 aprile 2016, relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonch alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (regolamento generale sulla protezione dei dati); la legge 17 ottobre 2017, n. 161, di modifica del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione; - la legge 1 dicembre 2018, n. 132; - la legge 9 gennaio 2019, n. 3 Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonch in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici Normativa della Regione siciliana Con l'intento di rendere lAmministrazione regionale e gli Enti ad essa collegati sempre pi impermeabili ai fenomeni corruttivi e per potenziare le misure di contrasto, la Regione Siciliana ha emanato varie disposizioni normative, di cui di seguito si elencano le principali, alcune delle quali prima ancora dellentrata in vigore della legge 190/2012 e dei relativi decreti legislativi di attuazione: - legge regionale 20 novembre 2008, n. 15 - legge regionale 5 aprile 2011 n. 5 - legge regionale 4 gennaio 2014, n. 1 - legge regionale 12 agosto 2014 n. 21, art. 68 - legge regionale 20 novembre 2014, n. 26 Art. 2 - Contesto esterno L'Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario di Enna un ente di diritto pubblico, avente personalit giuridica, dotato di proprio patrimonio, autonomia amministrativa, gestionale e di personale, istituito a seguito della nascita della Libera Universit della Sicilia centrale Kore, in attuazione della Legge Regionale 25 novembre 2002 n. 20 recante Interventi per l'attuazione del diritto allo studio universitario in Sicilia. L'ERSU ha lo scopo di garantire e promuovere il Diritto allo Studio Universitario fornendo assistenza e sostegno agli studenti universitari mediante lerogazione di benefici e servizi che favoriscano laccesso e la frequenza agli studi universitari ed il successo nel percorso formativo scelto, in special modo per coloro che, pur essendo meritevoli negli studi, si trovano in condizioni di disagio economico. A tale scopo, lERSU di Enna attua interventi rivolti espressamente a particolari categorie di studentesse e studenti mediante lassegnazione di benefici e servizi tra i quali rientrano lassegnazione delle borse di studio, per particolari categorie di studenti, i sussidi straordinari, il posto letto presso la Residenza universitaria, la ristorazione, la promozione di attivit ricreative, culturali e sportive. Gli interventi sono destinati a tutti le studentesse e gli studenti, indipendentemente dalla regione di provenienza, iscritti presso le Universit della Regione ai corsi di laurea, di scuole di specializzazione e di dottorato di ricerca a Enna. Gli studenti di nazionalit straniera e quelli ai quali le competenti autorit statali abbiano riconosciuto la condizione di apolide o di rifugiato politico fruiscono dei servizi e dei benefici economici secondo gli accordi internazionali e le vigenti disposizioni statali e comunitarie. Art. 3 - Contesto interno 3.1 - Gli organi istituzionali Lart. 8 della Legge Regionale 25 novembre 2002 n. 20 e s.m.i. stabilisce che gli organi di governo dellERSU di Enna sono: Il Presidente Il Consiglio di Amministrazione; Il Direttore; Il Collegio dei Revisori dei Conti. 1. Il Presidente nominato dalla Giunta regionale su proposta dell'Assessore regionale per l'Istruzione e la Formazione Professionale, di concerto con il rettore dell'Universit degli Studi di Enna, e dura in carica quattro anni e pu essere confermato una sola volta. Il Presidente: a) ha la legale rappresentanza dell'ente; b) convoca e presiede il consiglio di amministrazione e stabilisce l'ordine del giorno; c) vigila sull'esecuzione delle deliberazioni del consiglio di amministrazione e sull'andamento dell'ente; d) in caso d'urgenza adotta con decreto, sentito il direttore, i provvedimenti necessari per garantire l'erogazione dei servizi e il funzionamento dell'ente, sottoponendo lo stesso a ratifica del consiglio di amministrazione nella prima seduta successiva. 2. Il Consiglio di Amministrazione (C.d.A.) un organo collegiale che sovrintende alle funzioni di programmazione, indirizzo e controllo delle attivit relative alla gestione amministrativa, finanziaria ed economico patrimoniale dell Ente. Esso definisce le linee di indirizzo gestionali, gli obiettivi ed i programmi da attuare in conformit alla missione dell Ente e verifica che i risultati conseguiti siano rispondenti a quanto programmato. In particolare, delibera gli atti necessari alla gestione dellente; adotta il regolamento organizzativo interno; delibera in ordine alla organizzazione amministrativa e alla dotazione organica del personale, sottoponendole allAssessore regionale dellIstruzione e della Formazione Professionale per la successiva approvazione; approva il bilancio di previsione ed il relativo piano di gestione ed il conto consuntivo; delibera in ordine alla realizzazione di opere edilizie, allacquisto delle relative attrezzature e alla loro manutenzione, allacquisto e alla cessione di beni immobili, allaccettazione di donazioni, eredit e legati; assume ogni altra deliberazione di competenza dellEnte e delibera sulle liti attive e passive, le rinunce e le transazioni. Il Consiglio di Amministrazione nominato con decreto dell'Assessore regionale per l'Istruzione e la Formazione Professionale ed composto da: a) il presidente; b) un rappresentante eletto fra i professori universitari di ruolo ed i ricercatori; e) tre rappresentanti eletti fra gli studenti universitari, che non si trovano oltre il secondo anno fuori corso dalla data di prima immatricolazione. I componenti del consiglio di amministrazione durano in carica quattro anni. 3. Il Direttore dell'Ente nominato ai sensi e con le modalit previste dall'art. 14 della Legge regionale del 25 novembre 2000, n.20, oppure dallart. 6 della L.R. 9 del 16/01/2012. Il Direttore ha poteri di proposta in ordine agli atti di competenza del Consiglio di Amministrazione, provvede all'esecuzione delle delibere, dirige il personale, sovrintende al buon funzionamento degli uffici e dei servizi, cura gli atti contabili ed esercita tutte le altre funzioni demandategli dal regolamento. In particolare, sottoscrive gli atti che comportano impegni di spesa ed responsabile della legittimit degli atti del consiglio di amministrazione e del presidente. 4.Il Collegio dei Revisori dei conti composto da tre membri effettivi e due membri supplenti nominati con Decreto dell'Assessore regionale dellIstruzione e della Formazione Professionale. Tale Collegio svolge i compiti di cui all'articolo 2403 del Codice civile; segnala, contestualmente al consiglio di amministrazione e all'Assessore regionale per lIstruzione e la Formazione Professionale, i vizi di legittimit degli atti e avanza eventuali osservazioni di merito; presenta annualmente al medesimo Assessore una relazione illustrativa sull'andamento della gestione dell'Ente. Almeno un componente del collegio dei revisori partecipa alle riunioni del Consiglio di amministrazione dellERSU senza diritto al voto. 3.2 - La struttura amministrativa LERSU presenta una organizzazione strutturata in Organi Istituzionali e Unit Operative di Base, rappresentata nel seguente organigramma aggiornato al 31 dicembre 2023:        Il Direttore svolge funzioni di coordinamento delle tre Unit Operative presenti presso lEnte e, in atto, regge le medesime UU.OO. prive di dirigente titolare. UNITA' OPERATIVA 1 costituita da: Segreteria del C.d.A. e del Presidente: Cura i rapporti con il Presidente e il Consiglio di Amministrazione. Svolge compiti di segreteria, redige i verbali e svolge funzioni di supporto amministrativo alle attivit del C.d.A. e del suo Presidente. Affri Generali: svolge le funzioni inerenti le attivit e le pratiche amministrative dellEnte; provvede alla gestione del repertorio di tutti gli atti deliberativi predisposti dagli organi dellEnte, dei Contratti dUfficio e della raccolta dei verbali del Collegio dei Revisori dei Conti; si occupa della gestione del protocollo informatico. Ufficio del Personale e Rapporti sindacali e contrattazione decentrata: Cura la gestione dei dossier relativi al personale in servizio presso l'Ente; cura la gestione del personale ex EAS in servizio presso l'Ente e delle presenze del personale in servizio presso nell'Ente. Cura i rapporti con le organizzazioni sindacali e i relativi adempimenti contrattuali. Ufficio Ragioneria: Supporta la gestione contabile-finanziaria del bilancio dell'Ente. Propone ed esegue le disposizioni sulle uscite e sulle entrate. Esercita un monitoraggio costante sui flussi finanziari dell'Ente. Provvede alla registrazione IVA, agli adempimenti fiscali e alla elaborazione delle fatture. Ufficio Patrimonio ed economato: Gestisce il patrimonio mobiliare e immobiliare dell'Ente, curandone i registri di carico e scarico. Distribuisce il materiale di facile consumo controllando il livello delle scorte. Gestione delle piccole spese e del servizio di cassa economale. URP: (Ufficio Relazioni col Pubblico): ha il compito di dare piena visibilit all'attivit dellEnte, garantendo al cittadino la possibilit di partecipare ed accedere all'attivit dello stesso, attraverso il coinvolgimento e l'aggiornamento costante in merito agli iter dei procedimenti amministrativi e al miglioramento dellaccesso ai servizi da parte degli utenti. Ufficio Gare e appalti: Cura l'espletamento e le procedure delle gare per l'acquisizione di beni e servizi ai sensi della normativa vigente. Ufficio Legale e Contenzioso: Si occupa degli affari legali e del contenzioso dellEnte. UNITA' OPERATIVA 2 costituita da: Ufficio Borse di studio: provvede alla redazione dello schema di Bando di concorso per lattribuzione dei benefici agli studenti (borse di studio e posti letto); cura listruttoria per la valutazione delle richieste pervenute e le successive assegnazioni; provvede alla gestione informatica dei concorsi; provvede al recupero delle Borse di studio revocate. Ufficio Sussidi Straordinari: provvede alla redazione del Bando di concorso per lattribuzione dei sussidi straordinari e cura la valutazione delle richieste e le relative assegnazioni. Ufficio Attivit Culturali: Programmazione delle attivit culturali rivolte agli studenti ivi compresi mostre d'arte e corsi di formazione linguistica, informatica, ecc. Gestione degli abbonamenti con istituzioni culturali. Gestione delle attivit di supporto alla didattica per gli studenti universitari. UNITA' OPERATIVA 3 costituita da: Residenze Universitarie a gestione diretta e indiretta: Direzione delle residenze. Controllo sulla sicurezza. Gestione delle assegnazione degli alloggi agli studenti beneficiari. Gestione delle attivit di accesso. Gestione delle dotazioni degli alloggi. Riscossione e restituzione cauzione. Vigilanza sulla corretta applicazione delle convenzioni dei regolamenti di residenza. Controllo sugli standard qualitativi di accoglienza e permanenza degli studenti ospiti. 2 Ristorazione universitaria e controllo di qualit dei servizi di ristorazione: gestisce il servizio ristorazione presso le mense universitarie convenzionate, cura l'espletamento e le procedure delle relative gare per l'acquisizione di beni e servizi, vigila sul rispetto del rapporto contrattuale coi fornitori delle mense, istruisce le richieste di accesso al servizio, assegna ed emette le tessere telematiche per usufruire del servizio, controlla gli standard di qualit dei pasti e verifica periodicamente le condizioni sanitarie delle mense; 3. Ufficio Trasporti: Provvede alla predisposizione delle pratiche relative al riconoscimento dei contributi a carico dellEnte per gli abbonamenti Urbani ed Extraurbani in favore degli studenti; cura gli aspetti burocratici, la manutenzione e le riparazioni degli automezzi in dotazione allEnte. Si precisa che nel PIAO 2023-25, adottato con Delibera del CdA n.4 del 30.1.2023, allart. 3.3.4 Fabbisogno di personale, nel definire il fabbisogno del personale allERSU di Enna, stata prevista la presenza di un solo Dirigente in dotazione organica. Art. 4 Oggetto e finalit Ai sensi della Legge 190/2012 Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione nella pubblica amministrazione, lERSU di Enna ha adottato il Piano Triennale di prevenzione della corruzione, con la funzione di fornire una valutazione del diverso livello di esposizione degli uffici al rischio di corruzione e stabilire gli interventi organizzativi volti a prevenire il medesimo rischio. Il concetto di corruzione preso in considerazione dal presente documento va inteso in senso lato, ossia come comprensivo di tutte le varie situazioni in cui, nel corso dellattivit amministrativa, si possa riscontrare labuso da parte di un soggetto del potere a lui affidato al fine di ottenere vantaggi privati, configurando situazioni rilevanti pi ampie della fattispecie penalistica di cui agli artt. 318, 319 e 319 ter c.p., che arrivano ad includere tutti i delitti contro la pubblica amministrazione disciplinati nel Titolo II, Capo I, del Codice penale e i malfunzionamenti dellamministrazione a causa delluso a fini privati delle funzioni attribuite. Scopo del Piano lindividuazione, tra le attivit di competenza dellEnte, di quelle pi esposte al rischio di corruzione, e la previsione di meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonei a prevenire il rischio di corruzione. Destinatario del presente Piano tutto il personale in servizio a qualsiasi titolo presso lEnte. La violazione delle misure di prevenzione previste dal presente Piano, costituisce illecito disciplinare, ai sensi di quanto previsto dallart. 1, comma 14 della Legge n. 190/2012. Art. 5 Soggetti coinvolti nella gestione del rischio Il sistema di gestione del rischio di corruzione da parte dell'amministrazione attuata mediante l'azione sinergica dei seguenti soggetti, di seguito indicati con i relativi ruoli, compiti e funzioni. ORGANO DI INDIRIZZO POLITICO Lorgano di indirizzo politico dispone di competenze rilevanti nel processo di individuazione delle misure di prevenzione della corruzione, ossia la nomina del RPCT (art.1, c.7, L. n.190/12) e ladozione del PTPCT (art. 1, c. 8, L. n.190/12). Con ladozione del PTPCT, lorgano di indirizzo politico definisce gli obiettivi strategici in materia di prevenzione della corruzione e della trasparenza (art. 1, c. 8, L. n.190/12). LANAC, nel PNA 2016, prevede un effettivo coinvolgimento dellOrgano di indirizzo politico nella impostazione della strategia di prevenzione della corruzione e ad esso spetta anche la decisione in ordine allintroduzione di modifiche organizzative per assicurare al RPCT funzioni e poteri idonei allo svolgimento del ruolo con autonomia ed effettivit. Gli organi di indirizzo, inoltre, ricevono la relazione annuale del RPCT, possono chiamare questultimo a riferire sullattivit e ricevono dallo stesso segnalazioni su eventuali disfunzioni riscontrate inerenti lattuazione delle misure di prevenzione e di trasparenza. Infine, in relazione al coinvolgimenti degli organi di indirizzo, nei termini sopra evidenziati, lAutorit nazionale anticorruzione si riserva di poter chiedere informazioni in merito direttamente agli stessi. RESPONSABILE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E PER LA TRASPARENZA Il d.lgs. 25 maggio 2016 n. 97 Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicit e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190 e del decreto legislativo 14 marzo 2013 n. 33 ha apportato numerosi cambiamenti alla normativa sulla trasparenza, rafforzandone il valore di principio che caratterizza lorganizzazione e lattivit delle pubbliche amministrazioni e i rapporti con i cittadini. Tra le modifiche pi importanti apportate allart. 10 del d.lgs. 33/2013 si registra quella della piena integrazione del Programma triennale della trasparenza con il Piano triennale di prevenzione della corruzione, pertanto adesso anche della trasparenza (PTPCT), in coerenza con gli orientamenti contenuti nel PNA 2016. Per quanto sopra lERSU ha nominato, con Deliberazione commissariale n. 40 del 5 settembre 2019, quale unico soggetto Responsabile per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza, il Dott. Filippo Fiammetta Direttore dellEnte. Egli, coadiuvato dai Responsabili delle UU.OO. dell'E.R.S.U., ha predisposto il Piano Triennale di prevenzione della corruzione e per la trasparenza dellEnte, che ha sottoposto allorgano di indirizzo politico, nel caso di specie al Consiglio di Amministrazione, per la relativa approvazione entro il 31 gennaio, ai sensi dellart. 1, c. 8 della legge n.190/2012. Il Piano viene pubblicato sul sito internet dellEnte nella sezione Amministrazione Trasparente - sottosezioni Disposizioni Generali - PTPCT. Ai sensi della Legge 190/2012, inoltre, il Responsabile deve: provvedere alla verifica dell'efficace attuazione del Piano e della sua idoneit e proporre la modifica dello stesso in caso di accertate significative violazioni o quando intervengono mutamenti nell'organizzazione o nell'attivit dell'amministrazione; provvedere alla verifica, d'intesa con il dirigente competente, della rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attivit in cui elevato il rischio di corruzione; provvedere ad individuare il personale da inserire nei programmi di formazione di cui al comma 11, Legge n.190/2012; pubblicare entro il 15 dicembre di ogni anno, sul sito web dellente una relazione recante i risultati dellattivit svolta e la trasmette allorgano di indirizzo politico dellamministrazione; riferire sullattivit nei casi in cui lorgano di indirizzo politico lo richieda o qualora lo stesso lo ritenga opportuno. Il Responsabile della prevenzione della corruzione avr il compito di segnalare eventuali violazioni alla Autorit Nazionale anticorruzione (ANAC) e alla Corte dei Conti. Per ladempimento dei compiti previsti dalla Legge 190/2012 sopra elencati, il Responsabile pu in ogni momento: verificare e chiedere delucidazioni per iscritto e verbalmente a tutti i dipendenti su comportamenti che possono integrare anche solo potenzialmente corruzione e illegalit; richiedere ai dipendenti che hanno istruito un procedimento di fornire motivazioni per iscritto circa le circostanze di fatto e di diritto che sottendono alladozione del provvedimento finale; effettuare, tramite lausilio di soggetti interni competenti per settore, ispezioni e verifiche presso ciascun ufficio dellEnte al fine di procedere al controllo del rispetto delle condizioni di correttezza e legittimit dei procedimenti in corso o gi conclusi. Lart. 1 comma 9 lett.c) della L. 190/2012 prevede Obblighi di informazione nei confronti del RPC chiamato a vigilare sul funzionamento e sullosservanza del Piano. Al riguardo si rammenta che lart.8 del d.p.r. 62/2013 prevede un dovere di collaborazione dei dipendenti nei confronti del RPCT, dovere la cui violazione sanzionabile disciplinarmente. Il RPCT tenuto altres a sollecitare, lindividuazione del soggetto responsabile dellinserimento e dellaggiornamento dei dati dellERSU nellAnagrafe unica delle stazioni appaltanti (AUSA). RASA Ogni stazione appaltante tenuta a nominare il soggetto responsabile dellinserimento e dellaggiornamento annuale degli elementi identificativi della stazione appaltante stessa (RASA). Lindividuazione del RASA intesa come misura organizzativa di trasparenza in funzione di prevenzione della corruzione. Nel 2019 stato espletato tale adempimento mediante la nomina, in attuazione dell'art. 33-ter del decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, del Responsabile dellAnagrafe per la Stazione Appaltante (RASA) dellEnte nella persona dellIstruttore Direttivo Sig. Ingu Carmelo, (Decreto Dirigenziale n. 280 del 21.11.2019). ORGANISMO INDIPENDENTE DI VALUTAZIONE LOIV riveste un ruolo importante nel coordinamento tra sistema di gestione della performance e le misure di prevenzione della corruzione e trasparenza nelle pubbliche amministrazioni. Il quadro delle competenze ad essi dapprima attribuite dallart. 14 del d.lgs. 150/2009 n. 150, stato successivamente modificato ed integrato dal d.l. n. 90/2014 e dal D.P.R. del 9 maggio 2016 n. 105 e, pi recentemente, dal decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 74. Specifici compiti in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza sono stati conferiti agli OIV anche dal d.lgs. 33/2013 e dalla l. 190/2012. La nuova disciplina, improntata su una logica di coordinamento e maggiore comunicazione tra OIV e RPCT e di relazione dello stesso OIV con ANAC, prevede un pi ampio coinvolgimento degli OIV chiamati a rafforzare il raccordo tra misure anticorruzione e misure di miglioramento della funzionalit delle amministrazioni e della performance degli uffici e dei funzionari pubblici. In linea con quanto gi disposto dall art. 44 del d.lgs. 33/2013, detti organismi, anche ai fini della validazione della relazione sulla performance, verificano che i PTPCT siano coerenti con gli obiettivi stabiliti nei documenti di programmazione strategico-gestionale e che nella misurazione e valutazione delle performance, si tenga conto degli obiettivi connessi all anticorruzione e alla trasparenza. In rapporto agli obiettivi inerenti la prevenzione della corruzione e la trasparenza, l OIV verifica i contenuti della Relazione annuale del RPCT recante i risultati dellattivit svolta che il RPCT tenuto a trasmettere allo stesso OIV oltre che allorgano di indirizzo dellamministrazione (art. 1, c. 14, Legge n. 190/12). Nellambito di tale verifica, lOIV ha la possibilit di chiedere al RPCT informazioni e documenti che ritiene necessari e pu anche effettuare audizioni di dipendenti (art. 1, c. 8-bis, Legge n. 190/2012). L OIV esprime un parere obbligatorio su una specifica misura di prevenzione della corruzione - il codice di comportamento - che ogni amministrazione adotta ai sensi dell art. 54, c. 5, d.lgs. 165/2001. gli OIV sono tenuti a verificare la coerenza tra gli obiettivi di trasparenza e quelli indicati nel piano della performance, valutando anche ladeguatezza dei relativi indicatori. Inoltre, essi utilizzano i dati relativi allattuazione degli obblighi di trasparenza ai fini della misurazione e valutazione delle performance sia organizzativa, sia individuale, del responsabile e dei dirigenti dei singoli uffici responsabili della trasmissione dei dati (art.44, D.Lgs. n. 33/2013). Lattivit di controllo sulladempimento degli obblighi di pubblicazione, posta in capo al RPCT, svolta con il coinvolgimento dellOIV, al quale il RPCT segnala i casi di mancato o ritardato adempimento (art. 43, D.Lgs. n. 33/2013). Gli OIV promuovono e attestano lassolvimento degli obblighi relativi alla trasparenza (art.14, c.. 4, lett. g), del d.lgs. 150/2009). Questo ERSU ha avviato, nel 2023, la procedura per la selezione di un componente esterno allAmministrazione al fine dellincarico dellO.I.V. in forma monocratica, a conclusione della quale stata nominata la D.ssa Disimone Loredana con Delibera del CdA dellEnte n. 18 del 26/10/2023. STAKEHOLDERS Ai fini dellaggiornamento annuale del Piano, assume particolare rilevanza lascolto dei portatori di interesse (stakeholders), utilizzando strumenti specifici. In primo luogo questo Ente regola i rapporti con i superiori soggetti in linea con il Regolamento disciplinante i rapporti fra lANAC e i portatori di interessi particolari. Inoltre, lERSU utilizza le Giornate della Trasparenza come spazi idonei al dibattito e al confronto con gli stakeholders sui temi inerenti la trasparenza e le misure di prevenzione della corruzione. Infine, in linea con quanto previsto dalla Determinazione n. 12 del 28 ottobre 2015 dellAutorit Nazionale Anticorruzione, il RPCT ha avviato la procedura aperta alla consultazione per laggiornamento del presente PTPCT, tramite avviso pubblico pubblicato nel mese di dicembre 2023 sul sito istituzionale dellEnte, invitando associazioni studentesche, istituzioni universitarie, associazioni e/o organizzazioni portatrici di interessi collettivi ed organizzazioni sindacali operanti nel territorio a presentare, entro il termine del 7.1.2024, eventuali proposte e/o osservazioni utili alla elaborazione del Piano triennale di prevenzione della corruzione e della Trasparenza dellE.R.S.U. di Enna. Entro i termini non sono pervenute segnalazioni, proposte e/o osservazioni. DIRIGENTI E PERSONALE DEL COMPARTO Le funzioni, i compiti e le responsabilit dei Dirigenti e il comportamento dei dipendenti in generale, quali soggetti coinvolti nella gestione del rischio, sono riportati nei successivi capitoli 10 -Compiti dei Dirigenti di struttura / Unit operativa e 11 - Buone prassi dei dipendenti in servizio presso lEnte. Art. 6 - Attivit particolarmente esposte al rischio corruzione Una delle esigenze a cui il presente Piano deve attendere lindividuazione delle attivit nellambito delle quali pi elevato il rischio di corruzione. Lart. 1, comma 9, lett. a) della Legge 190/2012 procede gi ad una prima diretta individuazione, relativamente ai seguenti procedimenti: a) autorizzazione o concessione; b) scelta del contraente per laffidamento di lavori, forniture e servizi, anche con riferimento alla modalit di selezione prescelta ai sensi del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture di cui al decreto legislativo 18/04/2016 n. 50; c) concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonch attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati; d) concorsi e prove selettive per lassunzione del personale e progressioni di carriera di cui allart. 24 del D.Lgs n. 150/2009. Oltre a queste, lEnte ha individuato le seguenti ulteriori aree di attivit, legate allattivit specifica svolta. Le attivit che si leggono nella tabella di seguito sono per la maggior parte una specificazione di quanto gi individuato legislativamente e sono da leggersi con la fondamentale avvertenza che sono le attivit a presentare un intrinseco rischio di annidamento di fenomeni corruttivi nella ampia accezione, senza alcun riferimento alle singole persone preposte alle suddette mansioni nelle unit organizzative deputate allo svolgimento quotidiano delle attivit. Strutture coinvolteAttivit a rischioGrado di rischioU.O 2- Ufficio Concorsi e Benefici, U.O. 3 - Ufficio Residenze, U.O. 3 - Ufficio RistorazioneGestione delle procedure concorsuali di assegnazione dei benefici per il diritto allo studio agli studenti (borsa di studio, sussidio, posto letto, servizio di ristorazione) MEDIO/ALTOU.O. 3 - Attivit culturaliAgevolazioni su attivit culturali: contributi per frequenza corsi di lingue, abbonamenti teatrali MEDIO/ALTOU.O. 3 - Ufficio RistorazioneGestione delle procedure extraconcorsuali di assegnazione dei benefici per il servizio di ristorazioneMEDIO U.O. 2: Ufficio Concorsi e Benefici - Ufficio RagioneriaPagamenti dei benefici assegnati agli studentiMEDIO U.O. 2:Ufficio Concorsi e Benefici - U.O. 3:Ufficio Residenze, U.O. 3:Ufficio Ristorazione, U.O. 1: Ufficio Ragioneria  Gestione procedure per il recupero dei crediti ALTOUffici competenti per materia - DirezioneProcedure selettive per collaboratori esterni e consulentiALTODirezioneGestione del rapporto di lavoro del personale dirigenziale e non (nulla osta, attestazione presenze, compensi accessori, valutazione)MEDIOUffici competenti per materia Ufficio Gare U.O. 3:Ufficio Residenze, U.O. 3:Ufficio RistorazioneScelta del contraente nell'affidamento di lavori, servizi e fornitureALTOUfficio Tecnico Progettazione, direzione e collaudo lavori o attestazione di conformit per servizi o fornitureALTOUffici competenti per materia - Ufficio Ragioneria, Ufficio economatoLiquidazione e pagamento di lavori, servizi e forniture MEDIO/ALTOUfficio PatrimonioGestione inventario beni mobiliMEDIODirezione, Attivit Culturali, Ufficio Stampa Autorizzazioni per lutilizzo degli spazi gestiti dallERSU (aule studio, sale informatiche, sale lettura, sala mostre)BASSO/MEDIODirezione, U.O.1, PresidenzaGestione dei rapporti con associazioni e cooperative studentesche per lorganizzazione di attivit rivolte agli studentiMEDIO/ALTO Lattuazione graduale delle disposizioni del presente Piano Anticorruzione ha anche lobiettivo di abbassare il grado di rischio rispetto a quanto risulta dalla situazione sopra riportata. Va rilevato che, con particolare riferimento ai settori relativi allaffidamento lavori, servizi e forniture (incluse le acquisizioni in economia) nonch nel settore delle procedure concorsuali, lEnte opera nellambito di una normativa specifica che prevede a monte una serie di adempimenti in capo allamministrazione per garantire la trasparenza e la correttezza delle procedure. Art. 7 - Mappatura dei processi L'analisi del contesto interno, oltre ai dati generali dell'organizzazione (analisi organizzativa) , basata sulla rilevazione ed analisi dei processi organizzativi (analisi organizzativa). Va tenuto presente, al riguardo, che il concetto di processo diverso da quello di procedimento amministrativo. Quest'ultimo caratterizza lo svolgimento della gran parte delle attivit dell'amministrazione, fermo restando che non tutta l'attivit dellamministrazione, come pure di enti di diritto privato cui si applica la normativa di prevenzione della corruzione, riconducibile a procedimenti amministrativi. Il concetto di processo pi ampio e flessibile di quello di procedimento ed stato individuato nel PNA tra gli elementi fondamentali della gestione del rischio. In ogni caso i due concetti non sono tra loro incompatibili: la rilevazione dei procedimenti amministrativi sicuramente un buon punto di partenza per l'identificazione dei processi organizzativi. La mappatura dei processi un modo razionale di individuare ed rappresentare le attivit dell'Ente per fini diversi. In questa sede, come previsto nel PNA, la mappatura assume carattere strumentale a fini dell'identificazione, della valutazione e del trattamento dei rischi corruttivi. L'accuratezza e l'esaustivit della mappatura dei processi requisito indispensabile per la formulazione di adeguate misure di prevenzione e incide sulla qualit dellanalisi complessiva. L'obiettivo del presente PTPCT di realizzare la mappatura di tutti i processi con il livello di approfondimento indicato dall'ANAC per garantire la precisione e, soprattutto. la completezza con la quale possibile identificare i punti pi vulnerabili del processo e, dunque, i rischi di corruzione che insistono sull'amministrazione o sull'ente, tenuto conto che una mappatura superficiale pu condurre a escludere dall'analisi e trattamento del rischio ambiti di attivit che invece sarebbe opportuno includere. La mappatura integrale dei processi a rischio corruttivo contenuta nellallegato A al presente PTPCT. La mappatura stata effettuata utilizzando strumenti e soluzioni informatiche idonee con il coinvolgimento dei responsabili delle strutture organizzative e dei dipendenti. Quanto al livello di approfondimento della mappatura, lo stesso si conforma alle indicazioni ANAC. Si tratta di un grado di accuratezza, esaustivit e di approfondimento della mappatura dei processi che tiene conto e attua quanto indicato dall'ANAC con la delibera n. 12/2015, posto che accuratezza, esaustivit e approfondimento costituiscono requisiti indispensabili del PTPCT. Per tale motivo l'analisi e la mappatura, partendo dai macroprocessi e dai processi, prendono in considerazione, per ciascun processo, le fasi e la sequenza di attivit (azioni) che consente di raggiungere il risultato. La mappatura dei processi si articola nelle seguenti tre sezioni: 1) Individuazione Processi Attivit; 2) Identificazione, analisi e valutazione del rischio corruttivo; 3) Trattamento del rischio. La prima sezione consiste nella individuazione del procedimento amministrativo ritenuto a rischio corruttivo. Vengono richiamati lUnit Operativa in cui risulta incardinato lattivit, lArea di rischio, la descrizione del processo e il Responsabile finale; a seguire viene data una descrizione dellattivit e vengono indicate le figure professionali che istruiscono latto amministrativo. La seconda sezione consta nella valutazione del rischio e si articola in tre fasi: Identificazione Analisi Valutazione. La fase di identificazione dei rischi ha lobiettivo di individuare quei comportamenti o fatti che potrebbero concretizzarsi in eventi di corruzione; lidentificazione dei rischi include tutti gli eventi rischiosi che, anche solo ipoteticamente, potrebbero verificarsi. La fase dellanalisi dei rischi ha il duplice obiettivo di: analizzare i fattori abilitanti della corruzione, al fine di pervenire ad una comprensione pi approfondita degli eventi rischiosi identificati nella fase precedente; stimare il livello di esposizione dei processi e delle relative attivit al rischio. La fase della valutazione del rischio ha lo scopo di stabilire le azioni da intraprendere per ridurre lesposizione al rischio e le priorit di trattamento dello stesso. Il trattamento del rischio, di cui alla terza sezione, inteso come la definizione delle misure di prevenzione dei rischi. Il trattamento del rischio si divide in due fasi: Individuazione delle misure Programmazione delle misure Obiettivo della individuazione delle misure del trattamento quello di elencare le misure di prevenzione (generali o specifiche) da abbinare ai rischi di corruzione. La programmazione delle misure consiste nella definizione dei tempi di attuazione delle misure, anche in relazione al livello di rischio stimato, e dei modi di monitoraggio. Per comodit di consultazione si rinvia allallegato A. Art. 8 - Formazione, controllo e prevenzione del rischio Uno degli adempimenti previsti dalla Legge n. 190/2012 riguarda la previsione di interventi formativi rivolti ai dipendenti in materia di corruzione e di trasparenza. Nel corso del 2021 il personale dellERSU di Enna ha fruito di corsi di formazione su tali temi organizzati direttamente dallEnte. Il Responsabile pu tenere conto, nellattivit di contrasto alla corruzione, di segnalazioni non anonime provenienti da eventuali portatori di interesse (c.d. stakeholders), sufficientemente circostanziate, che evidenzino situazioni di anomalia e configurino la possibilit di un rischio probabile di corruzione. Il coinvolgimento degli stakeholders per l'Amministrazione di fondamentale importanza al fine di mettere a punto strategie di prevenzione della corruzione quanto pi rispondenti possibile agli interessi concreti della collettivit le cui esigenze l'Amministrazione direttamente chiamata a soddisfare. Per il triennio di riferimento, coerentemente con le indicazioni del PNA 2016, sar continuata l'attivit di consultazione volta a favorire - attraverso l'utilizzo di strumenti online, quali la casella di posta elettronica dedicata alla Trasparenza e allAnticorruzione (anticorruzione.trasparenza@ersuenna.it) e offline, quali le attivit di ascolto durante incontri, convegni, seminari e dibattiti - l'emergere di idee e proposte utili per l'aggiornamento del Piano ed, eventualmente, del Codice di Comportamento, nella consapevolezza che lapertura verso il pubblico, oltre a rispondere alle emergenti esigenze di informazione della societ civile, permette di coinvolgere i cittadini in una forma di controllo sociale diffuso. A tal proposito sul sito dellEnte, nel mese di dicembre 2023, stata pubblicata una consultazione pubblica nella quale si invitavano i soggetti portatori dinteresse (Stakeholders) a formulare ed a inviare al Responsabile per la Prevenzione della corruzione e per la trasparenza (RPCT), entro il 7.1.2024 osservazioni e/o proposte in merito alladozione del presente PTPCT 2024/2026. Il presente Piano deve inoltre prestare la dovuta attenzione ai rapporti tra l'amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinit sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti dell'amministrazione. LERSU nomina i componenti delle Commissioni giudicatrici delle procedure di gara da aggiudicare secondo il criterio dellofferta economicamente pi vantaggiosa ai sensi dellart. 77 del D.lgs 50/2016 e previa dichiarazione: 1) di non aver svolto n svolgere funzioni o incarichi tecnici o amministrativi relativamente alla procedura oggetto di gara; 2) di non aver rivestito cariche di pubblico amministratore presso lERSU, nel biennio precedente alla procedura oggetto di gara; 3) di non aver concorso con dolo o colpa grave, accertati in sede giurisdizionale con sentenza non sospesa, allapprovazione di atti dichiarati illegittimi; 4) che nei propri confronti non sussistono le cause di astensione previste dallart. 51 c.p.c. Si prevede inoltre lorganizzazione di sessioni periodiche per il coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti (responsabili di unit organizzative) nel processo di monitoraggio e rispetto dei tempi procedimentali. Art. 9 - Rotazione degli incarichi Il Responsabile anticorruzione concorda con i Dirigenti e con la Direzione, la rotazione dei dipendenti coinvolti nellistruttoria o nel rilascio dei provvedimenti di cui alle attivit a rischio, tenuto conto che sar possibile realizzare tale obiettivo nellambito dei vincoli di natura oggettiva e/o soggettiva presenti in Ufficio. Art. 10 - Misure di prevenzione e integrit nellattivit amministrativa La legge anticorruzione contiene anche disposizioni in materia di integrit nell'azione amministrativa che lordinamento italiano definisce come la qualit dell'agire in accordo con valori e regole morali fondamentali e tali principi concorrono a garantire correttezza e onest di comportamenti allinterno delle PP.AA. L'integrit pertanto costituisce ulteriore principio applicativo cui devono ispirarsi tanto le norme in materia di prevenzione della corruzione in senso stretto, quanto le norme in materia di promovimento di standard etici della P.A. in materia di: regolamentazione dei conflitti di interesse: al fine di non provocare confusione tra controllore e controllato, coloro che prestano la propria attivit allERSU di Enna non possono svolgere incarichi in enti pubblici o enti di diritto privato controllati dallEnte; codici di condotta: il dipendente che viola le norme di comportamento, per pi volte, non pu aspirare ad avere incentivi individuali anche se abbia espletato la propria attivit in modo produttivo, per cui rimane escluso da qualsiasi tipo di incentivazione, comportando ci anche responsabilit disciplinare; incompatibilit e conseguente inconferibilit di incarichi amministrativi di vertice quali: responsabile di struttura/unit organizzativa, responsabile di procedimento e/o di istruttoria, in presenza di sentenze non ancora passate in giudicato, inconferibilit laddove vi sia anche condanna, ma cessa di diritto ove venga pronunciata, sentenza di proscioglimento. Tutti i responsabili di struttura/unit organizzativa, ogni anno, a seguito della riconferma da parte dellorgano di vertice, dovranno dichiarare di non incorrere in casi di inconferibilit e/o incompatibilit, al fine di poter confermare il permanere del proprio status. Art. 11 - Compiti dei Dirigenti di struttura / Unit operativa Le funzioni, i compiti e le responsabilit dei Dirigenti sono disciplinate dalla L.R. 15 maggio 2000 n. 10 e dal vigente CCRL del personale con qualifica dirigenziale del 2007. I Dirigenti, gi con lart. 16 del D. Lgs. n. 165/2001 e con lentrata in vigore dellart. 38, comma 1, lett. b) del D. Lgs. n. 150/2009, hanno obblighi specifici di contrasto e prevenzione dei fenomeni corruttivi nellambito degli uffici di rispettiva competenza. I Dirigenti responsabili di struttura/unit operativa sono tenuti a: 1) attenersi alle linee del presente Piano anticorruzione; 2) tenere, nella qualit di referenti, raccordo e coordinamento con il Responsabile anticorruzione, in modo da creare un meccanismo di comunicazione/informazione continua; 3) tenere ai dipendenti del proprio settore, attivit di formazione e informazione, volte a prevenire corruttele ed infiltrazioni mafiose; 4) segnalare immediatamente al Responsabile anticorruzione irregolarit e/o atti illeciti riscontrati, dal momento che eventuali omissioni potrebbero presupporre favoritismi per ladozione o meno di provvedimenti amministrativi; 5) verificare se vengano rispettati, per ciascun procedimento amministrativo, i tempi e termini di conclusione che giustificano il ritardo, procedendo alla eliminazione delle anomalie; 6) verificare la pubblicazione sul sito istituzionale, sulla base dei dettami normativi, di tutti i dati ed informazioni concernenti lorganizzazione e i provvedimenti adottati nelle materie di propria competenza; 7) procedere, almeno tre mesi prima della scadenza dei contratti relativi a forniture di beni e servizi, alla indizione delle procedure di selezione secondo le modalit indicate dal d.lgs. 50/2016 ed entro il mese di gennaio di ogni anno, indicare al responsabile della prevenzione della corruzione, le forniture dei beni e servizi da appaltare (quale programmazione necessaria) al fine anche di non provocare disagi e rallentamenti alle attivit amministrative e ai servizi erogati alla cittadinanza interessata, senza dover procedere ad eventuali proroghe (che potrebbero presupporre favoritismi), a meno che non vengano espresse motivazioni in maniera dettagliata, reale e concreta che diano contezza dei provvedimenti di proroga; 8) verificare eventuali relazioni di parentela o affinit sussistenti tra i dipendenti interessati ai procedimenti amministrativi e i cittadini richiedenti; 9) verificare la corretta esecuzione dei regolamenti, protocolli, piani triennali (della trasparenza, della performance, anticorruzione,) e procedimenti che disciplinano le decisioni nelle attivit a rischio corruzione. Art. 12 - Buone prassi dei dipendenti in servizio presso lEnte Per dare corso alle disposizioni di legge n.190 del 06/11/2012, ogni dipendente, in servizio a qualunque titolo, deve adottare i seguenti comportamenti sani, onesti, corretti, necessari sia per far veicolare una immagine positiva dellEnte, che devono essere costantemente osservati: 1) rispettare la Costituzione Italiana e le norme europee; 2) rispettare le leggi; 3) rispettare il regolamento dellEnte ed i regolamenti interni; 4) rispettare i principi essenziali della vita: libert e dignit senza alcun condizionamento; 5) rispettare il presente piano anticorruzione; 6) essere cosciente di operare allinsegna di principi morali ed etici; 7) usare diligenza, impegno ed onest nello svolgimento del proprio lavoro; 8) non usare, a fini privati, le informazioni di cui si dispone per ragioni dufficio; 9) trovare giuste motivazioni per un giusto operare tenendo comportamenti sinergici e collaborativi con i colleghi; 10) affermare la questione morale, rimuovendo le cause che non ne permettono laffermazione; 11) non chiedere o accettare nessun tipo di regali o utilit, nemmeno quelli di modico valore nellambito delle normali relazioni di cortesia e rifiutare promesse di denaro e di favori manifestando tale disagio al Responsabile anticorruzione, che agisce denunciando agli organi competenti e nel rispetto della legge n.190/2012; 12) eliminare il degrado ambientale sussistente allinterno della P.A., considerato che la legge anticorruzione stata emanata appunto per rendere pi fruibile lattivit amministrativa; 13) svolgere i compiti assegnati con celerit e competenza, erogando assistenza ed attenzione al cittadino che non deve essere visto come una fastidiosa incombenza ma come entit attiva; 14) erogare i servizi alla cittadinanza con efficienza ed impegno, imparzialit e senza discriminazione alcuna; 15) partecipare a corsi di formazione necessari per acquisire conoscenza e professionalit; 16) manifestare fedelt nei confronti dellente, con comportamenti leali, corretti, impegnati e continuativi non provocando assenze sistematiche anche perch percepire uno stipendio immeritato, non cosa buona e giusta; 17) rispettare lorario di servizio e di lavoro e non assentarsi mai arbitrariamente dal proprio posto di lavoro, timbrare il proprio badge e giammai quello degli altri o farlo timbrare ad altri; 18) onorare il lavoro che ogni giorno prestiamo nellinteresse dellAmministrazione, con presenza continua ed impegno costante; 19) usare la massima diligenza e non provocare ritardi nellespletamento dei propri compiti distituto, in quanto possono dare adito a favoritismi e richieste non corrette; 20) espletare i carichi di lavoro entro i termini richiesti; 21) manifestare lealt e rispetto allente e al cittadino, con lo stesso impegno con cui trattiamo le cose di casa nostra; 22) onorare il Codice di comportamento, per conseguire risultati ottimali e le giuste indennit contrattuali e perseguendo linteresse pubblico senza abusare della posizione di cui titolare; 23) essere capaci di osservare le proprie posizioni con determinazione e dignit e assumere comportamenti ispirati ai valori essenziali della vita umana; 24) rispettare le leggi sul procedimento amministrativo ed evadere le richieste dei cittadini entro i termini di legge o entro i termini previsti dai regolamenti interni dellEnte, sconfiggendo, in siffatta maniera latavica inerzia della P.A. e dei suoi pubblici uffici. Ritardi che producono danni saranno posti a carico dei responsabili inadempienti, con sanzioni disciplinari in quanto tutti dobbiamo rispettare la tempistica secondo lordine di ricezione delle istanze, evitando di anticipare i tempi o ritardarli ad arte, per non sconfinare nella corruttela. Ci necessario per assicurare parit di trattamento a tutti i cittadini, che devono pretendere disponibilit e rispetto dei termini e tempi procedimentali; 25) rispettare i termini di pagamento e non produrre pagamento di interessi, per non appesantire ulteriormente il bilancio, perch ci produce danno erariale; 26) rispettare tutte le prestazioni contrattuali di lavori, beni e servizi; 27) eliminare le pastoie burocratiche che condizionano le richieste dei cittadini e limitare ogni forma di discrezionalit incontrollata; 28) erogare massimo impegno per far funzionare la macchina burocratica di questo Ente, con disponibilit e competenza e far s che il sito web istituzionale sia sempre aggiornato, accessibile, completo e con tutte le informazioni necessarie; 29) non ostacolare o ritardare procedimenti amministrativi e adoperarsi con impegno per una rapida soluzione; 30) astenersi dal partecipare alladozione di decisioni e/o attivit che possano coinvolgere direttamente o indirettamente interessi propri o di parenti e/o affini. Il conflitto pu sorgere anche per assecondare pressioni politiche, sindacali o di superiori gerarchici; 31) tenere sempre comportamenti corretti con i colleghi dufficio e il proprio responsabile, non scaricando sui colleghi attivit o decisioni di propria spettanza; 32) utilizzare i tesserini di riconoscimento nei rapporti con il pubblico, in modo visibile, operando con spirito di servizio e cortesia; 33) eliminare inefficienze ed inerzie operative, privilegiando, sempre lattivit e giammai la passivit o insolvenza; 34) condividere pienamente i valori della legalit e legittimit degli atti e consapevole che un operare corretto e libero da condizionamenti, necessaria losservanza delle prerogative costituzionali; 35) eliminare sovrapposizione di richieste inutili, che fanno perdere solamente tempo prezioso e che provocano intralci ingiustificati al normale esercizio delle attivit distituto; 36) accettare le istanze dei cittadini, se inviate via e-mail o con PEC, cui deve darsi riscontro senza alcun ritardo; 37) non utilizzare PEC, e-mail e internet per usi personali in quanto comportamenti sanzionabili; 38) non fumare allinterno degli uffici, in quanto espressamente vietato, ma nemmeno fumare in altri uffici, balconi o allaperto, in quanto ci provoca assenza reiterata e continua dal posto di lavoro, rallentando le procedure e compiti distituto; 39) non assentarsi dal posto di lavoro senza la comunicazione al proprio Responsabile e giammai senza aver timbrato lassenza con il proprio badge; 40) utilizzare i telefoni esclusivamente per compiti distituto, cos come i servizi telematici; 41) utilizzare correttamente gli strumenti di lavoro, usando diligenza, accortezza e buon senso ed attivarsi per manutenzioni necessarie al loro funzionamento; 42) osservare il segreto dufficio e le normative in materia di tutela e trattamento dei dati personali e qualora sia richiesto oralmente di fornire informazioni, non accessibili, informare il richiedente dei motivi che ostano allaccoglimento della richiesta. Art.13 Tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti Fuori dei casi di responsabilit a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi dell'articolo 2043 del codice civile, il pubblico dipendente che denuncia all'autorit giudiziaria o alla Corte dei Conti, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro (Whistleblower), non pu essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia. Nell'ambito del procedimento disciplinare, l'identit del segnalante non pu essere rivelata, senza il suo consenso, sempre che la contestazione dell'addebito disciplinare sia fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione. Qualora la contestazione sia fondata, in tutto o in parte, sulla segnalazione, l'identit pu essere rivelata ove la sua conoscenza sia assolutamente indispensabile per la difesa dell'incolpato. L'adozione di misure discriminatorie segnalata al Dipartimento della funzione pubblica, per i provvedimenti di competenza, dall'interessato o dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nell'amministrazione nella quale le stesse sono state poste in essere. La denuncia sottratta all'accesso previsto dagli articoli 22 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni. Nellanno 2015 lAutorit Nazionale Anticorruzione (ANAC) con determinazione n. 6 del 28 aprile 2015 ha fornito le Linee guida in materia di tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti. LANAC ha la possibilit di gestire anche le segnalazioni relative ad altre amministrazioni. LANAC ritiene che la procedura debba avviarsi con linvio delle segnalazioni al Responsabile della prevenzione della corruzione a cui demandato il compito di predisporre strumenti e misure per contrastare i fenomeni corruttivi. Art. 14 Misure di prevenzione anticorruzione pianificate per lanno 2024 Dal complesso corpus normativo che disciplina la materia, emerge chiaramente il preciso intento del Legislatore di introdurre, anche nella Pubblica Amministrazione, le logiche del c.d. Risk Management, modello in base al quale il fine quello di prevenire, e non solamente reprimere, il fenomeno corruttivo, mediante un processo di individuazione e di stima dei rischi cui unorganizzazione soggetta, ponendo in essere strategie e procedure operative atte a governarli efficacemente. Il PNA 2013 prescrive che le amministrazioni, nell'elaborazione dei rispettivi Piani Anticorruzione, debbano prevedere l'introduzione e l'implementazione delle misure anticorruzione obbligatorie, disciplinate direttamente dalla legge, nonch l'individuazione di eventuali misure ulteriori, anche avendo riguardo al particolare contesto di riferimento. Anche il PNA 2015 sottolinea la necessit di affiancare a misure generali, che interessano il sistema complessivo della prevenzione della corruzione intervenendo in materia trasversale sullintera amministrazione (es. Codice di comportamento), misure specifiche, individuate a seguito dell'analisi del contesto esterno ed interno. Nel presente PTPCT gli esiti del costante monitoraggio, attuato dal Responsabile PCT nel rapporto quotidiano con i dipendenti dellEnte, verranno ricondotti in apposite Schede di Report semestrali di verifica, appositamente predisposte dal Responsabile, che i Dirigenti delle singole UU.OO. dellEnte verranno chiamati a compilare per il periodo compreso tra l'1 dicembre dell'anno precedente e il 30 novembre dell'anno di riferimento. Le schede di report intermedio hanno anche la funzione di esame periodico della complessiva funzionalit del sistema di gestione del rischio. Negli eventuali casi di vacanza dellincarico di responsabile/i della/e UU.OO. il/i report verranno predisposti dal Direttore dellEnte. Secondo la metodologia di cui sopra, le menzionate schede di report costituiscono, quindi, essenziale strumento a disposizione del Responsabile per effettuare il monitoraggio sull'attuazione di ciascuna misura di prevenzione e per attestarne l'efficacia e la sostenibilit, nonch per procedere alle verifiche sulla compiuta attuazione del Piano, necessari per la predisposizione della relazione annuale, di cui dell'art. 1, comma 14, della Legge 190/2012, sul lavoro svolto. Nel 2023 le schede di report hanno riportato un esito positivo di monitoraggio pertanto si ritiene che le misure adottate nellanno siano idonee. Si riportano, di seguito le singole misure di prevenzione della corruzione previste per lanno 2024: 14.1 Misura 1 - Codice di comportamento  L'art. 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, al comma 1, assegna al Governo il compito di definire un Codice di comportamento dei pubblici dipendenti al fine di assicurare la qualit dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealt, imparzialit e servizio esclusivo alla cura dell'interesse pubblico. In attuazione della delega, stato emanato il D.P.R. 16 aprile 2013, n. 62, recante il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici. Il comma 5 del medesimo art. 54, demanda a ciascuna amministrazione l'integrazione e la specificazione delle previsioni di cui al citato D.P.R. n. 62 mediante l'adozione di un proprio Codice di comportamento. Sulla base di quanto previsto dal PNA, ladozione del Codice rappresenta una delle azioni e misure principali di attuazione delle strategie di prevenzione della corruzione a livello decentrato. In accoglimento di tale impostazione esso, pertanto, costituisce Allegato B al presente Piano. Procedura di adozione LEnte intende adottare lallegato Codice di comportamento dei dipendenti dellERSU di Enna. La predisposizione del Codice si svolta in conformit alle norme nazionali di riferimento ed alle apposite Linee guida elaborate dallANAC con delibera n.75/2013; con analoga procedura, nella consapevolezza che il Codice di comportamento rappresenta una fondamentale misura di prevenzione della corruzione, poich le norme in esso contenute regolano il comportamento eticamente corretto che il dipendente deve tenere per garantire l'efficienza e l'efficacia dellazione amministrativa, sono periodicamente valutati gli eventuali aggiornamenti da apportare al Codice di comportamento. Il Codice suddiviso in 17 articoli che seguono, in linea di massima, lo schema contenuto nel D.P.R. n.62/2013. Il Personale dellEnte ha contezza del Codice in quanto comunicato quale allegato del PTPCT; a detto personale viene indicato di segnalare al Dirigente della propria Unit Operativa e al Responsabile PCT eventuali casi di comportamento dei dipendenti difformi dal Codice in argomento. Esso si inserisce in un quadro di riferimento regionale gi comprendente: il Codice di condotta allegato al Contratto Collettivo Regionale di lavoro del comparto non dirigenziale 2002/2005 della Regione Siciliana e degli enti di cui allart.1 della legge regionale 15 maggio 2000, n. 10; il Codice antimafia e anticorruzione della Pubblica Amministrazione di cui allart.15 della legge regionale 5 aprile 2011, n. 5, adottato dalla Giunta regionale con delibera n. 514 del 4 dicembre 2009; il Codice di condotta nella lotta contro le molestie sessuali, approvato con D.D.G. n. 8015 del 30 novembre 2012. d) il Codice di condotta per la prevenzione e la lotta contro il  HYPERLINK "http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_Ammtrasparente/PIR_Disposizionigenerali/PIR_Attigenerali/PIR_Codicedisciplinareedicondotta/codice%2Bdi%2Bprevenzione%2Be%2Bla%2Blotta%2Bcontro%2Bil%2Bmobbing.pdf" \h Mobbing, adottato dal Dirigente Generale del Dipartimento della Funzione Pubblica e del Personale, con decreto 17 novembre 2016, n. 6891, allo scopo di garantire ad ogni lavoratore il diritto di essere trattato con dignit, di essere tutelato nella propria libert personale e di vivere in un ambiente di lavoro sereno. 14.2 Misura 2 - Rotazione del personale  Introdotta dal legislatore con la legge 190/2012, la rotazione assume particolare rilievo tra le misure dirette a prevenire il rischio di corruzione. Essa muove dalla constatazione che la permanenza del medesimo personale, per un lungo lasso di tempo, nelle stesse mansioni segnatamente nei settori particolarmente esposti- possa favorire il concretizzarsi di dinamiche estranee alla corretta gestione dell'attivit amministrativa. La ratio delle previsioni normative in merito emanate , quindi, prevenire il consolidarsi di posizioni di potere, evitando che il dipendente tratti per lungo tempo le stesse materie, relazionandosi sempre con i medesimi soggetti. In tal senso la rotazione ordinaria assume anche valore di tutela per il dipendente che ha espletato, per un considerevole periodo temporale, le proprie funzioni in settori particolarmente esposti. La rotazione, quindi, deve necessariamente riferirsi ai dipendenti coinvolti nelle attivit correlate ai processi (siano o meno procedimenti) che ricadono nelle aree a pi elevato rischio di corruzione o illegalit, identificati nellart.6. Le modalit di attuazione della misura si possono ricondurre nella periodicit (tra i 3 e i 5 anni per dipendente), la gradualit (non pi di un dipendente per Unit Operativa) e il periodo di tutoraggio almeno trimestrale. E' utile precisare che la rotazione oggetto della presente misura, prevista in via ordinaria e programmata, si distingue dalla rotazione, detta straordinaria specificamente disciplinata dal d.lgs. 165/2001 il quale, allart. 16, co. 1, lett. l-quater), prescrive che i dirigenti di vertice dispongano ... con provvedimento motivato, la rotazione del personale nei casi di avvio di procedimenti penali o disciplinari per condotte di natura corruttiva. In tali casi il periodo di tutoraggio si riduce a un mese e il posto vacante verr assegnato, momentaneamente ad interim, a un dipendente che ha gi svolto la mansione. I vincoli nell'attuazione della misura Indubbiamente la rotazione del personale fa emergere profili di criticit e, di conseguenza, coerentemente con le prescrizioni del PNA 2016, l'attuazione di tale misura deve tener conto di vincoli di natura oggettiva, connessi allassetto organizzativo dellAmministrazione e di natura soggettiva, attinenti al rapporto di lavoro. In particolare, il principale vincolo oggettivo attiene alla necessit di compendiare la rotazione con lesigenza di assicurare il buon andamento e la continuit dellazione amministrativa, garantendo la qualit delle competenze professionali necessarie per lo svolgimento di talune specifiche attivit. Ma, a tal proposito, bisogna evidenziare il fatto che la dotazione organica dellEnte risulta fortemente deficitaria, a seguito dei continui pensionamenti dei dipendenti non sostituiti da nuovo personale, situazione che render alquanto problematica la previsione di una rotazione che possa salvaguardare la continuit e la coerenza degli indirizzi e, al contempo, mantenere le necessarie competenze. I vincoli di natura soggettiva, attengono all'esigenza di tenere in debito conto anche eventuali specifici diritti dei dipendenti interessati; il PNA sopra citato fa riferimento, a titolo esemplificativo, ai permessi per assistere familiari con disabilit, al congedo parentale e ai diritti sindacali. 14.3 Misura 3 - Obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi Con l'art. 1, comma 41 della legge 190/2012 il Legislatore intervenuto sulla legge 241/1990 introducendo, allart. 6 bis, una disposizione con valenza deontologico-disciplinare che norma il Conflitto di interessi. Il conflitto di interessi la situazione in cui un interesse secondario -privato o personale, patrimoniale o meno- interferisce o potrebbe tendenzialmente interferire con il dovere del pubblico dipendente di agire in conformit allinteresse primario a tutela della collettivit. In termini generali, il conflitto di interessi pu assumere forma di: conflitto di interessi attuale (o reale) che si manifesta durante il processo decisionale, laddove linteresse secondario di un dipendente tende ad interferire con linteresse primario della collettivit; conflitto di interessi potenziale quando il dipendente, pu trovarsi, in un momento successivo, in una situazione di conflitto di interessi reale. Ai sensi del citato art. 6 bis, Il responsabile del procedimento e i titolari degli uffici competenti ad adottare i pareri, le valutazioni tecniche, gli atti endoprocedimentali e il provvedimento finale devono astenersi in caso di conflitto di interessi, segnalando ogni situazione di conflitto, anche potenziale. La norma persegue la sua finalit di prevenzione imponendo due prescrizioni: l'obbligo di astensione; il dovere di segnalazione. I dipendenti dellERSU vengono informati di tali prescrizioni con nota interna, con invito alla relativa segnalazione da inviare al Direttore, responsabile dellattuazione; l'iter procedurale da seguire viene ricondotto alle disposizioni definite con direttiva regionale prot. n. 57350 del 29 aprile 2014. Al riguardo, lart. 7 del Codice di comportamento dellEnte riprendendo le disposizioni contenute nell'art. 6, comma 2 del D.P.R. n. 62/2013 prevede che: l. Nel rispetto delle norme vigenti in materia il dipendente si astiene dal prendere decisioni o svolgere attivit inerenti alle sue mansioni in situazioni di conflitto, anche potenziale, di interessi. Si astiene dal partecipare all'adozione di decisioni o ad attivit che possano coinvolgere interessi propri, ovvero di suoi parenti, affini entro il secondo grado, del coniuge o di conviventi, oppure di persone con le quali abbia rapporti di frequentazione abituale ovvero, di soggetti od organizzazioni con cui egli o il coniuge abbia causa pendente o grave inimicizia o rapporti di credito o debito significativi, ovvero di soggetti od organizzazioni di cui sia tutore, curatore, procuratore o agente, ovvero di enti, associazioni anche non riconosciute, comitati, societ o stabilimenti di cui sia amministratore o gerente o dirigente. Il dipendente si astiene in ogni altro caso in cui esistano gravi ragioni di convenienza. Il conflitto pu riguardare interessi di qualsiasi natura, anche non patrimoniali, come quelli derivanti dall'intento di voler assecondare pressioni politiche, sindacali o dei superiori gerarchici. Nellipotesi in cui il conflitto di interesse riguardi il Responsabile della P.C.T., lo stesso avr cura di segnalarlo allOrgano di indirizzo politico dellEnte che, ove ne riconosca la sussistenza, assegner il procedimento per il quale si determinata la situazione di conflitto al Direttore dellEnte. 14.4 Misura 4 - Autorizzazione allo svolgimento di incarichi esterni ai dipendenti  L'art. 53 del d.lgs. 165/2001, come modificato dalla legge 190/2012, prevede che ciascuna amministrazione adotti apposita disciplina atta ad individuare, secondo criteri differenziati per qualifica e ruoli professionali, gli incarichi vietati ai dipendenti e a normare lautorizzazione o il conferimento di incarichi extra istituzionali. Chiarimenti in merito allattuazione della presente misura vengono fornite dalla direttiva regionale prot. n. 81745 del 20 giugno 2014 nella quale, oltre all'enumerazione dei casi di conferimento di incarico autorizzabili, previa formale richiesta da inoltrare utilizzando il modello allegato alla direttiva medesima, sono state esaminate le tre categorie di incarichi vietati dalle disposizioni normative vigenti in materia (1. Incarichi vietati che presentano carattere di abitualit e professionalit; 2. incarichi vietati per conflitto di interessi; 3. incarichi vietati per altre situazioni di incompatibilit). Ai dipendenti verr porta a conoscenza la suddetta direttiva regionale e nei casi di richieste si provveder allavvertimento delle responsabilit a cui si va incontro nei casi di mancata osservazione delle disposizioni nella stessa contenute. Va evidenziato che la disciplina di cui sopra si aggiunge alle altre vigenti previsioni che pongono analoghi divieti e che regolano il conferimento di incarichi, quali quelle in materia di incompatibilit e inconferibilit, oggetto della misura 5. 14.5 Misura 5 - Inconferibilit e incompatibilit incarichi dirigenziali  Il decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39, a fini di contrasto alla corruzione e allillegalit nella pubblica amministrazione, ha regolato, modulato e in alcuni casi vietato lattribuzione di incarichi dirigenziali amministrativi, di vertice e non, nelle pubbliche amministrazioni, in enti pubblici o privati in controllo pubblico a soggetti che si trovino in situazioni di inconferibilit o incompatibilit. In particolare, lart. 1, comma 2, del citato decreto definisce: alla lettera g), inconferibilit la preclusione, permanente o temporanea, a conferire gli incarichi previsti dal presente decreto a coloro che abbiano riportato condanne penali per i reati previsti dal capo I del titolo II del libro secondo del codice penale, a coloro che abbiano svolto incarichi o ricoperto cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati da pubbliche amministrazioni o svolto attivit professionale a favore di questi ultimi, a coloro che siano stati componenti di organi di indirizzo politico. Sotto questo profilo, per l'attuazione della misura, gli atti con i quali viene data pubblicit delle postazioni dirigenziali vacanti devono espressamente richiamare le cause di inconferibilit per lattribuzione degli incarichi previste dal D.lgs. n. 39/2013, mentre gli interessati, allatto del conferimento dell'incarico, dirigenziale o amministrativo di vertice, devono produrre l'apposita dichiarazione sullinsussistenza delle cause di inconferibilit prevista dallart. 20, comma 4, del medesimo decreto; lattribuzione di incarichi in violazione delle norme dell'inconferibilit determina, ai sensi dellart. 17 del D.lgs. n. 39/2013, la nullit del provvedimento e del relativo contratto. alla lettera h), incompatibilit lobbligo per il soggetto cui viene conferito lincarico di scegliere, a pena di decadenza, entro il termine perentorio di quindici giorni, tra la permanenza nellincarico e lassunzione e lo svolgimento di incarichi e cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dalla pubblica amministrazione che conferisce lincarico, lo svolgimento di attivit professionali ovvero lassunzione della carica di componente di organi di indirizzo politico. Con riguardo alle cause di incompatibilit, lart. 20 del D.lgs. n. 39/2013 prevede lobbligo di presentazione annuale, nel corso dellincarico, di una dichiarazione sullinsussistenza di cause di incompatibilit individuate dal medesimo decreto. Eventuali situazioni di incompatibilit sopravvenute devono comunque essere tempestivamente segnalate dallinteressato al soggetto conferente. Le cause di inconferibilit vengono individuate dagli articoli dal 3 all8 del Decreto in esame, mentre dallarticolo 9 allarticolo 14, quelle di incompatibilit; a differenza dellinconferibilit, la causa di incompatibilit pu essere rimossa mediante rinuncia dellinteressato ad uno degli incarichi che la legge ha considerato tra loro incompatibili. Ai Dirigenti verranno portate a conoscenza le suddette disposizioni normative con lavvertimento delle responsabilit a cui si va incontro nei casi di mancata osservazione delle disposizioni nelle stesse contenute. 14.6 Misura 6 - Attivit successive alla cessazione dal servizio (Pantouflage - Revolving Doors)  Altra innovazione introdotta dal legislatore con la legge 190/2012, quale misura volta a contenere il rischio del verificarsi di situazioni di corruzione, riguarda lo svolgimento da parte del dipendente di attivit successive alla cessazione dal rapporto di pubblico impiego. Il rischio considerato dalla norma risiede nella possibilit che durante il servizio il dipendente possa sfruttare a proprio fine il suo potere allinterno dellamministrazione per ottenere delle situazioni lavorative vantaggiose presso il soggetto privato con cui entra in contatto; pertanto, al fine di contenere tale rischio di accordi fraudolenti, il legislatore ha introdotto una limitazione della libert negoziale del dipendente per un determinato periodo successivo alla cessazione del rapporto con l'amministrazione. Pu anche verificarsi il rischio che i privati, per ottenere vantaggi impropri, condizionino lattivit dei dipendenti, promettendo assunzioni o incarichi. Infatti, il comma 16 ter dellart. 53 del d.lgs. 165/2001, introdotto dalla legge 190/2012 con lart 1, comma 42, lettera l), dispone che i dipendenti che, negli ultimi tre anni di servizio, hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle pubbliche amministrazioni di cui allarticolo 1, comma 2, non possono svolgere, nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di pubblico impiego, attivit lavorativa o professionale presso soggetti privati destinatari dellattivit della pubblica amministrazione svolta attraverso i medesimi poteri.. Con riguardo all'esercizio dei poteri cui si riferisce lart.53, co. 16-ter, l'Anac ha gi precedentemente osservato che nel novero dei poteri autoritativi e negoziali rientrano sia i provvedimenti afferenti alla conclusione di contratti per lacquisizione di beni e servizi per la p.a. sia i provvedimenti che incidono unilateralmente, modificandole, sulle situazioni giuridiche soggettive dei destinatari. Tenuto conto della finalit della norma, pu ritenersi che fra i poteri autoritativi e negoziali sia da ricomprendersi ladozione di atti volti a concedere in generale vantaggi o utilit al privato, quali autorizzazioni, concessioni, sovvenzioni, sussidi e vantaggi economici di qualunque genere. Per quanto concerne i soggetti privati destinatari dellattivit della pubblica amministrazione svolta attraverso i poteri negoziali e autoritativi professionali, la nozione di soggetto privato deve essere la pi ampia possibile. Accanto alle societ, imprese e studi professionali, sono da considerarsi, anche i soggetti che, pur formalmente privati, sono partecipati o controllati da una pubblica amministrazione. Con apposita direttiva prot. n. 57509 del 29 aprile 2014, seguita dalla nota prot. n. 132653 del 26  HYPERLINK "http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_Ammtrasparente/PIR_Altricontenuti/PIR_Prevenzione_Corruzione/Responsabile_prevenzione_corruzione_%20e_per_la_trasparenza/PIR_AttieDirettiveRespPrev/2016-Pantouflage%2BPROT.%2B132653_26.10.pdf" \h ottobre 2016, lamministrazione regionale ha fornito le seguenti indicazioni volte a coordinare losservanza delle citate disposizioni normative: - nei contratti di assunzione del personale e negli atti di incarico debba essere inserita la clausola che prevede per i dipendenti che, negli ultimi tre anni di servizio, hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali, il divieto di svolgere, per i tre anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro, attivit lavorative o professionali presso i soggetti privati destinatari dellattivit svolta attraverso i medesimi poteri (provvedimenti, contratti o accordi); - nel provvedimento di cancellazione dal ruolo del dipendente, qualunque sia la causa di cessazione deve essere precisato il divieto imposto dalle disposizioni normative in parola; - nei bandi di gara o negli atti prodromici agli affidamenti, anche mediante procedura negoziata, debba essere inserita la condizione soggettiva, che la controparte non abbia concluso contratti di lavoro subordinato o autonomo e non abbia conferito incarichi ad ex dipendenti che abbiano esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto dellAmministrazione nei propri confronti, nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto. Alla luce dell'orientamento Anac n. 24 del 21 ottobre 2015, ad integrazione della citata direttiva 57509/2014, le prescrizioni e i divieti di cui all'art.53, comma 16 ter, del d.lgs. n. 165/2001, devono trovare applicazione non solo nei confronti dei dipendenti che esercitano i poteri autoritativi e negoziali per conto dell'Amministrazione, ma anche nei confronti dei dipendenti che, pur non esercitando concretamente ed effettivamente tali poteri, sono tuttavia competenti ad elaborare atti endoprocedimentali obbligatori (pareri, perizie, certificazioni), che incidono in maniera determinante sul contenuto del provvedimento finale, ancorch redatto e sottoscritto dal funzionario competente, pertanto oltre al personale dirigenziale anche nei confronti dei dipendenti appartenenti alle categorie C e D del comparto non dirigenziale. Il Dirigente dellU.O.1 e il Direttore sono i soggetti individuati allattuazione di quanto sopra. 14.7 Misura 7 - Formazione di Commissioni, assegnazione agli Uffici, conferimento di incarichi in caso di condanna per delitti contro la P.A.  Lart. 35 bis del d.lgs. 165/2001, aggiunto dallart.1, comma 46 della legge 190/2012, prevede che: 1. Coloro che sono stati condannati, anche con sentenza non passata in giudicato, per i reati previsti nel capo I del titolo II del libro secondo del codice penale: a) non possono fare parte, anche con compiti di segreteria, di commissioni per l'accesso o la selezione a pubblici impieghi; b) non possono essere assegnati, anche con funzioni direttive, agli uffici preposti alla gestione delle risorse finanziarie, all'acquisizione di beni, servizi e forniture, nonche' alla concessione o all'erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari o attribuzioni di vantaggi economici a soggetti pubblici e privati; c) non possono fare parte delle commissioni per la scelta del contraente per l'affidamento di lavori, forniture e servizi, per la concessione o l'erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonche' per l'attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere. 2. La disposizione prevista al comma 1 integra le leggi e regolamenti che disciplinano la formazione di commissioni e la nomina dei relativi segretari. Inoltre lart. 3 del d.lgs. 39/2013 introduce unapposita disciplina riguardo alle inconferibilit di incarichi in caso di condanna per reati contro la pubblica amministrazione mentre lart. 17 del decreto medesimo dispone la nullit degli atti e dei contratti posti in essere in violazione del predetto articolo 3. Riguardo alla misura in argomento, stata emanata la direttiva regionale prot. n. 57499 del 29 aprile 2014, secondo la quale gli Uffici dell'Amministrazione con competenze ricadenti nelle fattispecie disciplinate ai punti a), b) e c) del richiamato articolo 35 bis, preliminarmente alla nomina, all'assegnazione o al conferimento di incarico, devono farsi rilasciare dai soggetti interessati apposite dichiarazioni ai sensi degli art. 46 e 47 del D.P.R. 445/2000. Inoltre, per maggiore chiarezza, le condizioni ostative di cui all'art. 35 bis del d.lgs. n. 165/2001 devono essere previste negli avvisi relativi alle postazioni dirigenziali vacanti e negli atti di interpello. Il Dirigente dellU.O.1 e il Direttore sono i soggetti individuati allattuazione di quanto sopra tramite rilascio di apposita dichiarazione del dipendente nei casi previsti dalla presente misura e verificando, con cadenza almeno biennale, il Casellario Giudiziale dei dipendenti dellEnte. 14.8 Misura 8 - Tutela del dipendente che effettua segnalazione di illecito - Whistleblower Con lart. 54 bis, d.Lgs. 165/2001, aggiunto dallart. 1, comma 51, L. 190/2012, stata introdotta una disposizione per la tutela dei dipendenti pubblici che segnalano illeciti (whistleblower) e che, per via della loro denuncia, potrebbero essere soggetti ad atti di ritorsione. La ratio della norma quella di evitare che il dipendente ometta di effettuare segnalazioni di illecito per il timore di subire conseguenze pregiudizievoli. Il d.l. 90/2014 intervenuto sul citato art.54 bis del d.lgs. 165/2001 -poi sostituito integralmente dall'art. 1 della legge 30 novembre 2017, n. 179- apportando alcune modifiche. In particolare, l'articolo 31 ha inserito l'Anac tra i soggetti deputati a ricevere le segnalazioni di illecito di cui in parola. A tal fine l'Autorit, per dare immediata attuazione alla predetta disposizione normativa, ha aperto un canale privilegiato a favore di chi segnala un fatto illecito, istituendo un protocollo riservato ed attivando un apposito indirizzo e-mail (www.whistleblowing@anticorruzione.it) ove trasmettere le segnalazioni. Il nuovo testo dell'articolo 54-bis precisa ed amplia le tutele apprestate a favore del dipendente pubblico (secondo l'ampia definizione ora contenuta nel comma 2) e, prevede severe sanzioni sia nei confronti del responsabile di eventuali atti discriminatori o ritorsivi collegabili alla segnalazione -ferma la relativa nullit prevista dal comma 7- sia, nei casi previsti, nei confronti dello stesso RPCT. Inoltre, ai sensi del comma 5 dell'articolo in esame, nel 2015 lAutorit Nazionale Anticorruzione (ANAC), con determinazione n. 6 del 28 aprile 2015, ha fornito le Linee guida in materia di tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti. LERSU di Enna ha istituito unapposita casella di posta elettronica (segnalazioneilleciti@ersuenna.it) che garantisce la riservatezza delle informazioni fornite dal dipendente segnalante, in quanto pu accedervi soltanto il RPCT dellEnte, a cui carico permane lo svolgimento delle attivit di verifica e di analisi delle segnalazioni eventualmente ricevute. Il Personale, inoltre, con nota interna prot. 229/22 stato informato del fatto che attiva sul sito dellANAC, allindirizzo https://www.anticorruzione.it/-/whistleblowing, una apposita procedura in grado di offrire il rispetto delle garanzie di riservatezza previste dalla normativa vigente. 14.9 Misura 9 - Formazione del personale  Il quadro normativo in materia di prevenzione della corruzione e della illegalit attribuisce un ruolo di primaria importanza all'attivit di formazione del personale, con particolare riguardo ai temi delletica e della legalit. Anche il PNA riconosce nell'espletamento di unadeguata attivit formativa uno dei principali strumenti per prevenire e contrastare il verificarsi dei fenomeni corruttivi, nella considerazione che una costante attivit di formazione/informazione, anche sulle innovazioni normative intervenute, assicuri una sempre maggiore consapevolezza ed adeguata professionalit riducendo, in tal modo, il margine di rischio. Gli incontri formativi e seminariali consentono al personale coinvolto il confronto sulle diverse soluzioni amministrative adottate nelle rispettive strutture e favoriscono l'individuazione di omogenee modalit di azione nello svolgimento dei processi. Coerentemente con quanto sopra, l'Amministrazione garantisce la promozione di specifiche attivit formative in materia di anticorruzione, trasparenza, integrit e legalit rivolte al personale dipendente. Inoltre, conformemente alle prescrizioni di cui al paragrafo 3.1.12 del Piano Nazionale Anticorruzione 2013-2016, l'Amministrazione tenuta ad erogare attivit di affiancamento a favore del personale neo assunto o da inserire in nuovi settori lavorativi avvalendosi dell'attivit di tutoraggio prestata da personale esperto in servizio presso lEnte. Particolare rilievo riveste, inoltre, la realizzazione della Giornate della Trasparenza, sulla quale ci si soffermer nell'ambito della Sezione II. La formazione esterna sar assicurata tramite la partecipazione ai corsi tenuti dallamministrazione regionale, ai quali questo ERSU pu partecipare in quanto Ente posto sotto vigilanza del Dipartimento Istruzione, e mediante eventuali ulteriori corsi, anche online, compatibilmente con le risorse finanziarie. La formazione interna destinata a potenziarsi, non solo per far fronte alle limitate risorse finanziarie, ma anche in virt della sua componente legata allesperienza dei dipendenti con maggiore anzianit di servizio. In merito, lEnte provveder ad assicurare una giornata di formazione interna a semestre, sia su argomenti di anticorruzione che in materia di trasparenza. Sia la formazione esterna che interna verr attuata dal Dirigente dellU.O. 1 e dal Direttore. 14.10 Misura 10 - Monitoraggio dei rapporti amministrazione / soggetti esterni  Lart. 1, comma 9, lettera e) della L. 190/2012, prevede che lAmministrazione svolga una attivit di monitoraggio in merito ai rapporti tra lAmministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinit sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti dell'amministrazione che sono chiamati ad assumere la determinazione sul rilascio della concessione o autorizzazione e alla stipula dell'atto negoziale. A tal fine, come riconosciuto dall'Anac nel parere rilasciato, su richiesta dell'Avvocatura Generale dello Stato, nell'adunanza del 18 febbraio 2015, le PP.AA. hanno la facolt di chiedere, anche ai soggetti con i quali sono stati stipulati contratti o che risultano interessati dai suddetti procedimenti, il rilascio di una apposita dichiarazione. Il monitoraggio deve, quindi, consistere nel preventivo esame della dichiarazione del soggetto esterno di non trovarsi, n lui n i propri dipendenti, in rapporti di coniugio, parentela o affinit con i dirigenti e i dipendenti dell'Amministrazione deputati alla trattazione del procedimento. Ai predetti fini, oltre al rapporto di coniugio, rilevano i rapporti di parentela o affinit entro il secondo grado, in analogia con altre norme vigenti ed in particolare con quanto disposto dal D.P.R. n. 62/2013 e dal Codice di comportamento. Qualora l'azione di monitoraggio ex art.1, comma 9, lettera e) della L. 190/2012 dovesse riscontrare eventuali rapporti di parentela o affinit, i dipendenti interessati dovranno astenersi ai sensi del comma 41 del medesimo articolo 1. Art.15 MISURE ULTERIORI Nei paragrafi precedenti sono state programmate le misure, di carattere generale, introdotte dalla legge n. 190/2012 e dai successivi decreti attuativi. Alle predette misure obbligatorie si affiancano conformemente alle indicazioni del PNA - misure ulteriori da sviluppare anche in relazione al particolare contesto di riferimento. Sulla scorta anche delle misure ulteriori elencate nella scheda predisposta dall'Anac per l'elaborazione della relazione annuale dei Responsabili per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza, di seguito, si riportano le misure ulteriori (specifiche) attivate. 15.1 Misura 1 - Patti di integrit negli affidamenti  A mente dell'art. 1, comma 17, della legge n. 190 del 6 novembre 2012, le stazioni appaltanti possono prevedere negli avvisi, bandi di gara o lettere di invito che il mancato rispetto delle clausole contenute nei protocolli di legalit' o nei patti di integrit' costituisce causa di esclusione dalla gara. Il Patto di Integrit rappresenta una ulteriore misura preventiva di cui possono dotarsi le pubbliche amministrazioni per il contrasto dei fenomeni corruttivi nelle procedure di appalto e per limplementazione della legalit. Al riguardo, il PNA 2013 ha previsto che le pubbliche amministrazioni di regola, predispongono ed utilizzano protocolli di legalit o patti di integrit per laffidamento di commesse. A tal fine . inseriscono negli avvisi, nei bandi di gara e nelle lettere di invito la clausola di salvaguardia che il mancato rispetto del protocollo di legalit o del patto di integrit d luogo allesclusione dalla gara e alla risoluzione del contratto. Attraverso l'inserimento di apposita clausola negli avvisi, nei bandi di gara o nelle lettere di invito per la selezione del privato contraente, con specifico richiamo nel contratto successivamente concluso, si costituisce una ulteriore reciproca formale obbligazione finalizzata a prevenire il verificarsi di fenomeni di natura corruttiva. Con note interne il Direttore, quale responsabile dellattuazione della misura, ha disposto che negli incarichi volti alla stipula di contratti pubblici per l'affidamento di lavori e per la fornitura di beni e di servizi, la Ditta incaricata tenuta a sottoscrivere il Patto d'Integrit. 15.2 Misura 2 - Procedura per la raccolta di segnalazioni da parte della societ civile  Al fine di promuovere la cultura dellintegrit e della legalit, questo Ente ha intrapreso iniziative per favorire il coinvolgimento dellutenza e lascolto della cittadinanza. In particolare, sono stati posti a disposizione del cittadino specifici canali di comunicazione utilizzabili sia per la segnalazione di episodi di cattiva amministrazione o di corruzione, sia per la raccolta di opinioni e suggerimenti per semplificazione dell'attivit amministrativa. Detti canali, che si concretizzano nella PEC e nella Email istituzionali dellEnte e nelle specifiche mail anticorruzione.trasparenza@ersuenna.it e segnalazioneilleciti@ersuenna.it, agevolano il consolidarsi del rapporto fiduciario tra Amministrazione e cittadinanza, requisito essenziale per una efficace azione anticorruzione consentendo, altres, di raccogliere osservazioni e proposte atte al miglioramento delle correlate attivit di prevenzione e di contrasto. Infine, per migliorare la qualit dei servizi offerti all'utenza, l'Amministrazione, pubblicher nel proprio sito istituzionale un questionario per la rilevazione della Customer Satisfaction. Nellambito della strategia di comunicazione attuata, assume rilievo lattivit svolta dallUfficio Relazioni con il Pubblico, presente nell'ambito dell'Amministrazione che rappresenta la prima interfaccia con la cittadinanza. Art. 16 - Recepimento dinamico modifiche normative Il presente Piano recepir dinamicamente le modifiche della Legge 6/11/2012 n.190 e del D. Lgs. del 14 marzo 2013 n.33 che dovessero essere emanate, e i provvedimenti dellANAC; a tal proposito, il Responsabile anticorruzione provveder a darvi opportuna attuazione. SEZIONE II - TRASPARENZA PREMESSA La disciplina sulla trasparenza nelle pubbliche amministrazioni stata oggetto di penetranti interventi normativi. Innanzitutto, il 28 novembre 2012 entrata in vigore la legge 6 novembre 2012, n. 190, Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dellillegalit nella pubblica amministrazione, che ha fatto del principio di trasparenza uno degli assi portanti delle politiche di prevenzione della corruzione ed ha previsto, allart. 1, comma 8, che le amministrazioni elaborino il Piano triennale di prevenzione della corruzione entro il 31 gennaio. La legge ha conferito, inoltre, una delega al governo ai fini delladozione di un decreto legislativo per il riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicit, trasparenza e diffusione delle informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni. In considerazione di ci, la Commissione indipendente per la Valutazione, la Trasparenza e lIntegrit delle amministrazioni pubbliche, quale Autorit Nazionale Anticorruzione (ANAC), ha predisposto e reso disponibili sul sito le linee guida per definire il termine e le modalit di aggiornamento del Programma triennale per la trasparenza e lintegrit e il suo coordinamento con il Piano triennale di prevenzione della corruzione. In attuazione della delega contenuta nella legge n. 190/2012 sopra citata, il Governo ha adottato il d.lgs. 14 marzo 2013, n. 33, recante il Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicit, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni in cui, nel ribadire che la trasparenza intesa come accessibilit totale delle informazioni concernenti lorganizzazione e lattivit delle pubbliche amministrazioni, stato evidenziato che la trasparenza finalizzata alla realizzazione di una amministrazione aperta e al servizio del cittadino (art. 1, c. 2, d.lgs. n. 33/2013). Nel decreto specificato che le misure del Programma triennale della trasparenza e dellintegrit sono collegate al Piano triennale della prevenzione della corruzione e che, a tal fine, il Programma costituisce, di norma, una sezione di detto Piano. Il d.lgs. n. 33/2013 di rilevante impatto sullintera disciplina della trasparenza; tale provvedimento ha complessivamente operato una sistematizzazione dei principali obblighi di pubblicazione vigenti, introducendone anche di nuovi, ed ha disciplinato per la prima volta listituto dellaccesso civico (art. 5). Allattuale quadro normativo in materia di trasparenza il D.lgs. 97/2016 ha apportato rilevanti innovazioni come laccesso civico generalizzato. LANAC, dintesa con il Garante per la protezione dei dati personali, con la delibera n.1309 del 28/12/2016 ha adottato le linee guida recanti indicazioni operative ai fini della definizione delle esclusioni e dei limiti allaccesso civico di cui allart. 5 co.2 del D.lgs. 33/2013. Inoltre lANAC, nelladunanza del 28/12/2016, ha approvato in via definitiva la delibera n.1310 Prime linee guida recanti indicazioni sullattuazione delgi obblighi di pubblicit, trasparenza e diffusione di informazioni contenute nel D.lgs. 33/2013 come modificato dal D.lgs. 97/2016 ed i soggetti interessati devono adeguarsi alle modifiche al decreto legislativo 97/2016 entro sei mesi dalla entrata in vigore del decreto correttivo medesimo (23 dicembre 2016), sia in riferimento agli obblighi di trasparenza sia allaccesso civico generalizzato, cos come prescrive il PNA 2016. Art. 17 Oggetto e finalit La trasparenza intesa, ai sensi del D.lgs. n. 33/2013 come modificato del D.lgs 97/2016, come accessibilit totale dei dati e documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini, promuovere la partecipazione degli interessati allattivit amministrativa e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sullutilizzo delle risorse pubbliche. Il D.lgs. n. 33/2013, allart. 10, comma 1, prevede che ogni amministrazione indica, in una apposita sezione del Piano triennale per la prevenzione della corruzione..i responsabili della trasmissione e della pubblicazione dei documenti, delle informazioni e dei dati ai sensi del presente decreto. LERSU di Enna ha nominato quale soggetto Responsabile della pubblicazione il Funzionario direttivo Bonomo Graziella, mentre i Responsabili della trasmissione dei documenti da pubblicare sono lIstruttore direttivo Franzolin Maura per la U.O. 1, il Funzionario Direttivo Lanzafame Monica per lU.O. 2, il Funzionario direttivo Rampello Filippo per la U.O. 3 e il Funzionario Direttivo Previti Maurizio per gli atti adottati dagli organi di indirizzo politico. In caso di assenza e/o impedimento del F.D. Bonomo i relativi compiti e funzioni verranno svolti dal Collaboratore Fabio Mastruzzo, il sostituto dellI.D. Franzolin il F.D. Previti, il sostituto del F.D. Lanzafame il Dott. Filippo Fiammetta, il sostituto del F.D. Rampello il Dott. Fiammetta, mentre il sostituto del F.D. Previti il Sig. Di Mattia Salvatore. Art. 18 - Responsabile della trasparenza Come specificato allart.5, il Responsabile unico per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza dellERSU di Enna il Dott. Filippo Fiammetta, Direttore dellEnte, nominato con Deliberazione commissariale n. 40 del 5 settembre 2019. Le amministrazioni e gli altri soggetti obbligati sono tenuti ad adottare, infatti, entro il 31 gennaio di ogni anno, ai sensi dellart. 10 del d.lgs. 33/2013, un unico Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza in cui sia chiaramente identificata la sezione relativa alla trasparenza. Il Responsabile ha il compito, ai sensi dellart. 43, c.1 del d.lgs. 33/2013, di controllare sulladempimento da parte dellamministrazione degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente, assicurando la completezza, la chiarezza e laggiornamento delle informazioni pubblicate. Al fine di agevolare lattivit di controllo e monitoraggio del RPCT saranno coinvolti tutti i soggetti Responsabili degli Uffici richiedendo, tramite corrispondenza interna, informazioni in merito alla documentazione e ai dati pubblicati nella sezione Amministrazione trasparente del sito istituzionale dellEnte. Art.19 - Obblighi di trasparenza Il legislatore indica, in maniera espressa, che la trasparenza dellattivit amministrativa costituisce livello essenziale e necessario delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili (art. 117, secondo comma, lett. m della Costituzione) oltre che accessibilit totale alle informazioni concernenti lattivit della P.A., allo scopo di favorire forme diffuse di conoscenza e di controllo delle funzioni istituzionali e delle risorse pubbliche. La trasparenza concorre ad attuare quindi i principi costituzionali di imparzialit, buon andamento, responsabilit, efficacia ed efficienza dellattivit amministrativa ed condizione di garanzia anche per il personale che opera allinterno delle P.A., concorrendo cos alla realizzazione di una Amministrazione aperta e trasparente al servizio del cittadino, cos come prevede il decreto legislativo n.33/2013, cos come modificato dal D.lgs 97/2016. La trasparenza che deve essere attuata, in maniera completa e continua, con la pubblicazione anche di moduli, formulari, dichiarazioni e schede riassuntive, garantisce legalit e sviluppo della cultura dellintegrit, in quanto realizza misura di prevenzione della corruzione; i cittadini possono cos procedere ad attivare forme di controllo diffuso oltre che una effettiva comparazione con gli altri Enti, al fine di evidenziarne elementi di anomalia o di prassi virtuose, e verificare, in siffatta maniera, se i soldi versati allAmministrazione vengono spesi con parsimonia ed accortezza. Si riporta di seguito la tabella allegata la D. Lgs. n. 33/2013, che recepisce le modifiche introdotte dal d.lgs. 97/2016 relativamente ai dati da pubblicare nella sezione Amministrazione Trasparente: Denominazione sotto-sezione 1 livelloDenominazione sotto-sezione 2 livelloContenuti (riferimento al decreto)Disposizioni generaliProgramma per la Trasparenza e l'integritart. 10, c. 8, lett. a)Atti generaliart. 12, c. 1, 2Oneri informativi per cittadini e impreseart. 34, c. 1, 2OrganizzazioneOrgani di indirizzo politico-amministrativoart. 13, c. 1, lett. a) art. 14Sanzioni per mancata comunicazione dei datiart. 47Rendiconti gruppi consiliari regionali, provinciali,art. 28, c. 1Articolazione degli ufficiart. 13, c. 1, lett. b), c)Telefono e posta elettronicaart. 13, c. 1, lett. d)Consulenti e collaboratoriart. 15, c. 1, 2PersonaleIncarichi amministrativi di verticeart. 15, c. 1, 2 art. 41, c. 2, 3Dirigentiart. 10, c. 8, lett. d) art. 15, c. 1, 2, 5 art. 41, c. 2, 3Posizioni organizzativeart. 10, c. 8, lett. d)Dotazione organicaart. 10, c. 1, 2Personale non a tempo indeterminatoart. 17, c. 1, 2Tassi di assenzaart. 16, c. 3Incarichi conferiti e autorizzati ai dipendentiart. 18, c. 1Contrattazione collettivaart. 21, c. 1Contrattazione integrativaart. 21, c. 2OIVart. 10, c. 8, lett. c)Bandi di concorsoart. 19PerformancePiano della Performanceart. 10, c. 8, lett. b)Relazione sulla Performanceart. 10, c. 8, lett. b)Ammontare complessivo dei premiart. 20, c. 1Dati relativi ai premiart. 20, c. 2Benessere organizzativoart. 20, c. 3Enti controllatiEnti pubblici vigilatiart. 22, c. 1, lett. a) art. 22, c. 2, 3Societ partecipateart. 22, c. 1, lett. b) art. 22, c. 2, 3Enti di diritto privato controllatiart. 22, c. 1, lett. c) art. 22, c. 2, 3Rappresentazione graficaart. 22, c. 1, lett. d)Attivit e procedimentiDati aggregati attivit amministrativaart. 24, c. 1Tipologie di procedimentoart. 35, c. 1, 2Monitoraggio tempi procedimentaliart. 24, c. 2Dichiarazioni sostitutive e acquisizione d'ufficiodei datiart. 35, c. 3ProvvedimentiProvvedimenti dirigentiart. 23Provvedimenti organi indirizzo-politicoart. 23Controlli sulle impreseart. 25Bandi di gara e contrattiart. 37, c. 1, 2Sovvenzioni, contributi, sussidi, vantaggi economiciCriteri e modalitart. 26, c. 1Atti di concessioneart. 26, c. 2 art. 27BilanciBilancio preventivo e consuntivoart. 29, c. 1Piano degli indicatorie risultati attesi di bilancioart. 29, c. 2Beni immobili e gestione patrimonioPatrimonio immobiliareart. 30Canoni di locazione o affittoart. 30Controlli e rilievisull'amministrazioneart. 31, c. 1Servizi erogatiCarta dei servizi e standard di qualitart. 32, c. 1Costi contabilizzatiart. 32, c. 2, lett. a) art. 10, c. 5Tempi medi di erogazione dei serviziart. 32, c. 2, lett. b)Liste di attesaart. 41, c. 6Pagamenti dell'amministrazioneIndicatore di tempestivit dei pagamentiart. 33IBAN e pagamenti informaticiart. 36Opere pubblicheart. 38Pianificazione e governo del territorioart. 39Informazioni ambientaliart. 40Strutture sanitarie private accreditateart. 41, c. 4Interventi straordinari e di emergenzaart. 42Altri contenuti I tempi di pubblicazione dei vari contenuti sono quelli del D. Lgs. n. 33/2013 e, in particolare, dellart. 8. In merito alla pubblicazione dei provvedimenti adottati, prevista dallart. 23 del D. Lgs. n.33/2013, questo Ente provvede a inserire su Amministrazione Trasparente i propri atti deliberativi per esteso, in analogia con quanto previsto dallart. 68 della L.R. n. 21 del 12/08/2014 e smi; in atto, comunque, la pubblicazione di tali provvedimenti (Delibere di C.d.A., Decreti Presidenziali e Decreti Dirigenziali) avviene in tempo reale in maniera automatizzata. Anche le procedure di gara sono state informatizzate, consentendo la pubblicazione nellapposita sezione; tale soluzione risulta per altro utile al fine delladempimento previsto dallart.1, comma 32 della L.190_2012 effettuato nei tempi previsti (31.1.2024) in merito ai dati del 2023. Ulteriore momento di monitoraggio delle pubblicazioni dato dallattestazione annuale dellOIV sullassolvimento degli obblighi di pubblicazione al 31 maggio nellambito dellattivit di vigilanza dellANAC. Nel 2023 lOIV dellEnte ha attestato una completezza di pubblicazioni rientrante in una fascia percentuale superiore al 67% e inferiore al 100%. 19.1 Accesso civico e accesso documentale L'Accesso civico previsto dall'art. 5 del d.lgs. 33/2013 riconosce al cittadino il diritto alla partecipazione attiva all'azione amministrativa attraverso un controllo diffuso di tutti gli ambiti in cui opera l'Amministrazione pubblica. Nello specifico, il comma 1 dell'art. 5 del citato decreto 33 riconosce a chiunque il diritto di chiedere documenti, informazioni o dati per i quali sia stata omessa la pubblicazione obbligatoria sul sito istituzionale dell'amministrazione. Il successivo comma 2 del medesimo articolo 5 garantisce a tutti una vera e propria libert di accesso a dati e documenti detenuti dalla Pubblica Amministrazione, indipendentemente dalla titolarit di situazioni giuridicamente rilevanti non ponendo, pertanto, alcun limite alla legittimazione soggettiva del richiedente. Unico limite posto all'esercizio del diritto il necessario contemperamento con gli interessi pubblici (relazioni internazionali, sicurezza e ordine pubblico, etc..) e privati (tutela dei dati personali, interessi commerciali e industriali, etc..) di cui all'art. 5-bis del medesimo decreto legislativo n. 33. Con circolare n. 2/2017 il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ha diramato indicazioni per l'attuazione delle norme sull'accesso civico generalizzato (c.d. FOIA). mentre nell'ambito dell'Amministrazione Regionale sono stati adottati diversi atti di indirizzo con i quali sono state diramate le modalit operative per assicurare il pieno esercizio del diritto in argomento. Nell'anno 2020, in conformit ai suggerimenti diramati dall'Autorit nelle Linee guida di cui alla delibera n. 1309 del 28 dicembre 2016, sono stati istituiti il Registro dell'accesso civico generalizzato e il Registro dell'accesso documentale di cui al capo V della Legge 7 agosto 1990 n.241. Listituzione di tali Registri, in una logica di trasparenza e di semplificazione delle attivit, consentir la realizzazione di una raccolta organizzata delle istanze di accesso; la successiva pubblicazione nella sezione Amministrazione Trasparente, render noto, al contempo, su quali dati, documenti e informazioni l'Amministrazione ha consentito l'accesso. Infatti, attraverso la pubblicit dei Registri degli accessi, qualunque interessato potr acquisire, mediante la consultazione delle informazioni ivi contenute, elementi conoscitivi rilevanti ai fini della formulazione di una eventuale domanda di accesso, permettendo, in tal modo, all'Amministrazione destinataria di poter meglio osservare il principio di economicit dell'azione amministrativa. L'aggiornamento delle informazioni contenute nei Registri degli accessi andr effettuato con cadenza semestrale. Anche per questa misura verranno predisposte apposite Schede di Report, di verifica annuale, per il periodo compreso tra l'1 dicembre dell'anno precedente e il 30 novembre dell'anno di riferimento. 19.2 Giornata della Trasparenza La Giornata della Trasparenza, prevista dall'art. 10, comma 6, del d.lgs. 33/2013, rappresenta un valido strumento per la diffusione della cultura della legalit e dei principi di buona amministrazione. La giornata rappresenta un momento di informazione/formazione, anche ai portatori di interessi (c.d. stakeholder) dellEnte, nonch di proficua condivisione e confronto per l'acquisizione di proposte utili ai fini dellaggiornamento del documento di programmazione dellAmministrazione in materia di anticorruzione e trasparenza. Nel 2023 tale manifestazione si svolta a dicembre a Palermo in forma condivisa tra gli EE.RR.S.U. siciliani. Ovviamente per l'anno 2024, fatti salvi eventuali limitazioni e/o impedimenti dovuti a stati di demergenza legati alla pandemia da COVID-19, previsto lo svolgimento di tale manifestazione. 19.3 Tutela della Privacy La pubblicazione dei dati, delle informazioni e dei documenti nella sezione Amministrazione Trasparente deve essere effettuata nel rispetto delle norme vigenti in materia di protezione dei dati personali. Ci con specifico riferimento alle disposizioni contenute sia nel Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, entrato in vigore il 25 maggio 2018 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonch alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (Regolamento generale sulla protezione dei dati) sia nel decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, come modificato dal decreto legislativo 10 agosto 2018, n. 101, per adeguare il "Codice in materia di protezione dei dati personali" alle disposizioni del sopra citato Regolamento. Il Garante per la protezione dei dati personali, con delibera n. 243 del 15 maggio 2014, Linee guida in materia di trattamento di dati personali, contenuti anche in atti e documenti amministrativi, effettuato per finalit di pubblicit e trasparenza sul web da soggetti pubblici e da altri enti obbligati, ha fornito, in modo unitario, misure e accorgimenti volti a individuare opportune cautele che i soggetti pubblici sono tenuti ad applicare nella diffusione di dati personali sui propri siti web istituzionali per finalit di trasparenza o per altre finalit di pubblicit dell'azione amministrativa, che, in attesa del relativo aggiornamento, continua a costituire utile riferimento in quanto il regime normativo per il trattamento dei dati personali da parte delle pubbliche amministrazioni rimasto sostanzialmente inalterato essendo confermato il principio che il su detto trattamento consentito esclusivamente se previsto da una norma di legge o, nei casi sanciti dalla legge, di regolamento. Pertanto, lEnte prima di divulgare sul proprio sito web documenti e informazioni contenenti dati personali deve verificare la sussistenza della previsione normative, anche di settore, e la relativa pubblicazione deve avvenire nel rispetto di tutti i principi applicabili al trattamento dei dati personali contenuti nellart. 5 del Regolamento (UE) 2016/679 e nel "Codice in materia di protezione dei dati personali". In materia di protezione dei dati personali anche il d.lgs. 33/2013 allart. 7 bis, co. 4, dispone che Nei casi in cui norme di legge o di regolamento prevedano la pubblicazione di atti o documenti, le pubbliche amministrazioni provvedono a rendere non intelligibili i dati personali non pertinenti o, se sensibili o giudiziari, non indispensabili rispetto alle specifiche finalit di trasparenza della pubblicazione. Art. 20 - I collegamenti con il piano della performance Il PTPCT, in quanto documento di natura programmatica, deve coordinarsi con gli altri strumenti di programmazione dell'Ente, in primo luogo con il Piano della Performance e con il Piano della trasparenza. La trasparenza della performance viene assicurata mediante la diffusione, in rete e attraverso le Giornate della Trasparenza, di atti e dati concernenti il ciclo della performance e della rendicontazione dei risultati allorgano di indirizzo politico-amministrativo, ai soggetti esterni, ai cittadini, agli utenti e a tutti i soggetti interessati. La pagina web Amministrazione trasparente contiene, conformemente allallegato tecnico di cui al Decreto Legislativo 33/2013, unarea tematica titolata Performance allinterno della quale vengono pubblicati, nei tempi indicati dallANAC, i documenti e i dati collegati alla materia della performance. Art. 21 - Responsabilit dirigenziali Ai fini della pubblicazione dei dati, lart. 43, c. 3 del D.lgs. n. 33/2013, come modificato dal D.lgs 97/2016, prevede esplicitamente che i dirigenti responsabili degli uffici dellamministrazione garantiscono il tempestivo e regolare flusso delle informazioni da pubblicare ai fini del rispetto dei termini stabiliti dalla legge . Art. 22 Sanzioni per la violazione degli obblighi di trasparenza Il d.lgs. 33/2013 al comma 1 dell'art. 46 prevede che L'inadempimento degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente e il rifiuto, il differimento e la limitazione dell'accesso civico, al di fuori delle ipotesi previste dall'articolo 5-bis, costituiscono elemento di valutazione della responsabilit dirigenziale, eventuale causa di responsabilit per danno all'immagine dell'amministrazione e sono comunque valutati ai fini della corresponsione della retribuzione di risultato e del trattamento accessorio collegato alla performance individuale dei responsabili. Il comma 2 del medesimo articolo sancisce che Il responsabile non risponde dell'inadempimento degli obblighi di cui al comma 1 se prova che tale inadempimento dipeso da causa a lui non imputabile. Il successivo art.47 disciplina le sanzioni previste per la violazione degli obblighi di trasparenza per casi specifici. Art. 23 Dati ulteriori Nella logica dellaccessibilit totale, saranno elaborati e pubblicati ulteriori dati, oltre a quelli espressamente richiesti dalla norma, relativi alle attivit istituzionali espletate ed individuati in seguito a richieste di conoscenza dei portatori dinteresse. Il Responsabile P.C.T. Dott. Filippo Fiammetta      PAGE \* MERGEFORMAT 1 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI PRESIDENTE DIRETTORE UNIT OPERATIVA 1 - Segreteria del Consiglio / Presidente - Affari Generali - Ufficio Personale - Rapporti sindacali e contrattazione decentrata - Ragioneria - Patrimonio ed Economato - U.R.P. - Ufficio Gare e Appalti - Legale e contenzioso UNIT OPERATIVA 2 - Concorsi Borse di studio e altri benefici - Gestione informatica - Sussidi straordinari - Attivit Culturali UNIT OPERATIVA 3 - Residenze universitarie - Ristorazione universitaria e Controllo qualit - Trasporti Riferimenti: -Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, art. 54, comma 1; -Decreto Presidenziale 16 aprile 2013, n. 62 (Regolamento recante Codice di comportamento dei dipendenti pubblici). Riferimenti: -legge 6 novembre 2012, n. 190, articolo 1, commi: 4, lett. e), 5, lett. b) e 10, lett. b); -decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, articoli: 16, comma 1, lett. l-quater) e 55 ter; -legge regionale 15 maggio 2000, n. 10; -CCRL del personale con qualifica dirigenziale; -CCRL del personale del comparto non dirigenziale; -Intesa Conferenza Unificata tra Governo, Regioni ed Enti locali del 24 luglio 2013, punto 4. Riferimenti: -legge 7 agosto 1990, n. 241, articolo 6 bis; -Decreto Presidenziale 16 aprile 2013, n. 62 (Regolamento recante Codice di comportamento dei dipendenti pubblici); -Codice di comportamento dei dipendenti della Regione Siciliana e degli enti di cui allart. 1 della l.r. 15 maggio 2000, n. 10. Riferimenti: -decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, articolo 53; -legge 23 dicembre 1996, n. 662, art. 1, comma 58 bis; -circolare del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, n. 6/2014. Riferimenti: -legge 6 novembre 2012, n. 190, art. 1, commi 49 e 50; -decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39; -./0145noq񾭡|peZG8h 5CJOJQJ\aJ$hhg5B* OJQJ^Jphph 5OJQJ\hg5OJQJ\hgCJOJQJaJHj|ZhgB*CJOJQJU^JaJeh@mHnHphr@uhgeh@r@ jHhgUeh@r@HjjXhgB*CJOJQJU^JaJeh@mHnHphr@ujhgUmHnHuhg5CJOJQJ\aJ12345fnopqrst$d*$1$7$8$H$a$ $da$gdn$a$gdn $da$gdMH $7d`7a$$7d`7a$gd $7d`7a$qst   νέw_G2)hQk5B* CJOJQJ\^JaJphd/htLhnv5B* CJOJQJ\^JaJphd/htLhg5B* CJOJQJ\^JaJphd h 5CJOJQJ\^JaJ hg5CJOJQJ\^JaJ'hgB*CJOJPJQJ^JaJphhgB*OJPJQJ^Jph!hQ*5B*CJOJQJ\ph'hhg5B*CJOJQJ\phhg5CJOJQJ\aJh|K5CJOJQJ\aJ # $ % & ' ( ) * + , - . / 0 1 2 3 4 $7d`7a$7d`7 $da$gdnv $7d`7a$$d*$1$7$8$H$a$      " # $ % 8 C K L M N O սꨓviYUPKE6hg5CJOJQJ^JaJ hgPJ hf hghghg5B* OJQJ^Jphphg5CJOJQJaJhgCJOJQJaJ hg5CJOJQJ\^JaJ)hQ*5B* CJOJQJ\^JaJphd)hK5B* CJOJQJ\^JaJphd/htLhg5B* CJOJQJ\^JaJphd)h|w5B* CJOJQJ\^JaJphd)h6r5B* CJOJQJ\^JaJphd4 5 6 7 8 B C N O P m n " # $ e f 7d`77d*$1$7$8$H$`7d 7d^`7 7d`7gdfgdpS7`77d`7O P m n " ɲscS<'<)htLhgB* CJOJQJ^JaJphd-htLhgB* CJOJPJQJ^JaJphdhg5B* OJQJ^Jphphf5B* OJQJ^Jphp&h=Wm5B* CJOJQJ^JaJphp&hpS5B* CJOJQJ^JaJphp,hpShf5B* CJOJQJ^JaJphp,h=Wmhg5B* CJOJQJ^JaJphp&hg5B* CJOJQJ^JaJphp$hpShg5B* OJQJ^Jphhg5CJOJQJ^JaJ" # $ ` d " / 1 3 m n s y } ѿk]II55I&h(5B* CJOJQJ^JaJphp&h5B* CJOJQJ^JaJphphgCJOJQJ^JaJ)htLhgB* CJOJQJ^JaJphd-htLhgB* CJOJPJQJ^JaJphd&hpS5B* CJOJQJ^JaJphp&hg5B* CJOJQJ^JaJphp"hf5B* CJOJQJ^Jphp"hg5B* CJOJQJ^Jphphg56CJOJQJaJhg5CJOJQJaJf 2 3 " # u v   q r gd 7d`77`77d*$1$7$8$H$`7dh} " # + n q r t v ~       Ĝt`&hT}5B* CJOJQJ^JaJphp&h15B* CJOJQJ^JaJphp&h (5B* CJOJQJ^JaJphp&hR{5B* CJOJQJ^JaJphp&h1u5B* CJOJQJ^JaJphp&h 5B* CJOJQJ^JaJphp&h5B* CJOJQJ^JaJphp&hg5B* CJOJQJ^JaJphp  ! 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Riferimenti: - Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, articolo 54 bis, come sostituito dall'art. 1 della legge 30 novembre 2017, n. 179; - Art. 19, c. 5, lett.a), del decreto legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito con modifiche dalla legge 11 agosto 2014, n. 114 . -art. 19, c. 5, lett.a), del decreto legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito con modifiche dalla legge 11 agosto 2014, n. 114 . Riferimenti: -legge 6 novembre 2012, n. 190, articolo 1, commi: 5, lett. b), 8, 10 lett. c), 11; -decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 70. Riferimento: -legge 6 novembre 2012, n. 190. art. 1, comma 9, lettera e). Riferimento: -legge 6 novembre 2012, n. 190, articolo 1, comma 17. Riferimento: - Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (UNCAC), adottata nel 2003 e ratificata dallItalia con L. n.116/2009 - Titolo II (Misure preventive), artt. 5 e 13. dghu  TUbUVd=x]^`Vgd6 Tdh]^`Tgd6 Ed^E9^9EW^EY^YE^E"&(TUVWXŶhbhJCJOJQJaJhh6 hCJRHihCJRHnhCJRHi hCJh"hCJOJPJQJaJnH tH  UVWX gdNOq21h:p. A!n"R#n$n% jXDd :U#r  s @A?Immagine 1""WDg=(zWD@=xWDg=(z8%\ƑXWFWx x\gy &du/e,yKB-O]BC˖&qlɒFvℴ\ ,rYvHB@xeKY2hF3{f$; ͥ683gso,[=(|lٟfnٲ߼lٞ7.[vX؄^/=+naI |β,=8YPj]G.eWnqMOVpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpgpN@sL36Q9dqbVNHq6K[e:/4ǁHs|F2c51Kq4Ehϫ814E1)e:2p)s&ޅaipYeX9gʯ\:C/kr2,m).OMs]vIvIrFi.oVYMųJAs b$&8ҚN44Ͱ[#cR o=f: O8s)5)L9]L3q1ǞHѿ;տnzDptۻg]yE~@;7={Js(֧ױ9iXvLn<[m=$xͳ')$ggS)dgRDOfD`sܶuɟ^΀3 8΀3 8΀3p1Q hAl?/ˆ=NS=Nhoml{\߫Wk~copB5)،l4eʼQv1ۍ[s>ޮ>v . 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